Russo Salvatore redentorista

Fratello Salvatore Russo (1887-1963) – Italia.

Nelle primissime ore del mattino del 6 febbraio 1963, a Morcone, moriva il fratello coadiutore Salvatore Russo. Era nato il 15 giugno 1887 a Pagani; e aveva professato il 18 novembre 1918.

Uomo di scarsa cultura, ma pieno di spirito di Dio. Laborioso sino a trascurare se stesso; incurante del freddo, del vento, della pioggia, lavorava nel campo colla zappa, con le forbici e la roncola per la potatura degli ulivi e delle viti.

Osservantissimo delle Regole, e dedito alla devozione con spirito di orazione assidua, viveva continuamente alla presenza di Dio. Di carattere poco suscettibile alla docilità era alquanto rozzo. Alla rozzezza del carattere suppliva la bontà del suo animo, la pietà del suo cuore, l’attaccamento alla sua vocazione e l’amore all’Istituto.

Dagli atti personali.

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Profilo tratto da
Nella luce di Dio, Redentoristi di ieri.
del P. Francesco Minervino, Pompei 1985

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Altro profilo

Fratello Salvatore Russo
di Sabato e Santitore Rosina.

Nato a Pagani (Dioc. Nocera e Prov. Salerno) il 15.6.1887 = Prof. 18.11.1918 = + a Marcone 6.1.1963.

  • Nel 1914 entra al Noviziato di Ciorani, mese di settembre (maestro P. Vitullo Giuseppe) col Fr. Coraggio. Resta a Ciorani fino al 1924 quale addetto al nostro Educandato.
  • Nel 1924 a Lettere coi Fratelli Ignazio ed altri.
  • Nel 1930 a S. Andrea Jonio (con Alfonso E., Raffaele C.).
  • Nel 1936 a Morcone fino alla sua morte.

“Aveva poco più di 20 anni quando fu ricevuto in Congregazione a Ciorani. Di famiglia contadina, abituato ai lavori pesanti, con la massima disinvoltura andava incontro a qualunque impiego, anche il più fastidioso e noioso. Aveva attrazione ai lavori dell’orto e competenza di ortaggi e piantagioni.
Entrò fra noi quasi analfabeta, ma nutriva forte volontà di imparare a leggere e scrivere e vi riuscì molto bene. Soleva pure interpretare a modo suo ciò che leggeva.
Nella conversazione, messo alla prova, presumeva sputare sentenze anche in maniera teologica. Cosa che suscitava a noi confratelli molta ilarità e per scherzo veniva chiamato il Teologo: tanto che egli neppure se ne offendeva!” (F.M.F.).

Nella nostra Casa di Lettere lavorava con tutta lena nel giardino-orto col Fr. Gaetano (anch’egli contadino). A tavola una volta diceva “questo mio ex fratello” ad indicare che era un vecchio compagno. Nessuno di noi fu capace a fargli capire il significato di ex, e restò con la sua idea sbagliata.

A Materdomini passavamo le ore più belle nei dialoghi col nostro Oblato Ciccio (entrambi maestri ortolani) per competersi il primato dell’ortaggio. Il nostro caro Fratello si appellava sempre ad un “Diploma agrario” che teneva esposto in camera sua, fra i suoi Santi prediletti, per aver sempre ragione nelle sue competenze.
Un giorno andò a comprare del pesce. Il venditore aveva chiesto L. 2,50 ed egli ne chiese 2 Kg. consegnandogli infine L.5,00. Il pescivendolo scherzando, rispose: “Fratello, il cervello dove lo avete lasciato? Dovete consegnarmi L.500!”. Il povero fratello, avvezzo a contare i soldi, spaventato dell’eccessivo costo, lascia tutto e se ne ritorna al Convento, ripetendo: “Come si è cambiato il mondo!”.

Alla Leva militare fu riformato per rachitismo, ma il tardivo sviluppo lo fece divenire in poco tempo uomo grande e forte da salire le scale del nostro Educandato al 2° piano con una botte di acqua per i nostri lavandini; e questo più volte al giorno, perché eravamo una quarantina di giovani a Ciorani.

Religioso scrupoloso dell’osservanza Regolare, come lo era delle sue idee personali.
Alle volte il suo atteggiamento era sconvolgente con tutti, perché era intelligente, “cervello fino” e ruminava quello che sentiva e apprendeva. Conosceva tante parole latine, che, messe insieme, lo davano a credere più di quello che era. In sintesi però poteva appellarsi il Fratello più umile e bonaccione dei nostri Confratelli.
Essendo il clima di Morcone molto freddo, una sera pensò di portare il braciere in camera ma gli fu funesto, sviluppando acido carbonico, dal quale stordito, e, perdendo la conoscenza, non ebbe tempo né forza per liberarsene. La mattina fu trovato morto nel suo letto.

I funerali furono celebrati dal P. Provinciale con tutti di Comunità e della città di Morcone suo paese di elezione. Ha preso parte a molte missioni al popolo e con Padri Missionari di spiccata virtù”.

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da Ricordo di fraterni amici
del P. Francesco Santoli
Tipolitografia Irpina, Lioni 1980

Fratello Salvatore Russo: uomo di scarsa cultura, ma pieno di spirito di Dio; laborioso sino a trascurare se stesso, incurante del freddo, del vento, della pioggia. Grande fu la bontà del suo animo, la pietà del suo cuore, l’attaccamento alla sua vocazione e l’amore all’Istituto.

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