( ◊ in Francia) – P. Francesco Saverio Reuss (1842-1925) – (+ in Italia)
P. Francesco Saverio Reuss. Roma, 1926.
A Bergheim, alla falde dei Vosges, nacque il P. Reuss il 9 novembre 1842.
I Fratelli di Maria furono i suoi primi maestri, e fin dalla tenera età la sua anima mostrò reali disposizioni per la vita di missionario religioso.
L’incontro col P. Neubert e la lettura degli Annali della Propagazione della Fede fecero germinare in lui il desiderio di dedicarsi a Dio e alle anime abbandonate: la speranza del martirio gli faceva sognare le missioni all’estero.
A sedici anni, entrò nel noviziato dei Redentoristi a San Nicolas du Port. Dopo la sua ordinazione sacerdotale e la fine dei suoi studi, dapprima insegnò teologia dogmatica per un anno, quindi i superiori lo chiamava alla casa generalizia: vi rimase fino alla morte, vale a dire quasi sessanta anni.
Il P. Reuss non fu né missionario né predicatore e neanche confessore, ma la sua conoscenza del latino, francese, italiano, inglese e tedesco lo rese prezioso collaboratore dei Rev.mi Padri Mauron, Raus e Murray .
La sua preferenza andava alla lingua di Cicerone e di Virgilio. Egli amava imitare Egidio Forcellini (1688–1768) [sacerdote, latinista, filologo e lessicografo italiano] il quale non lasciava mai la sua scrivania, divenendo così un latinista eccezionale. La sua forma mentis lo ha portava a comporre versi latini che egli pubblicava su due giornali “Vox Urbis” e “Alma Urbs“.
Non disdegnava di partecipare ai concorsi: due volte Roma gli ha conferito una medaglia d’argento, Amsterdam lo incoronò dodici volte e ancora concesse al suo “Mnemosynon” la medaglia d’oro.
Nel 1896 pubblicò Le Canzoncine di S. Alfonso, unendo al testo italiano un’elegante traduzione in versi latini. Il lusinghiero successo di questo primo lavoro lo impegnò ad offrire al pubblico “Le favole di La Fontaine” in distici elegiaci. Poi pubblicò i “Tentamina” dedicati a Pio X e i “Nova Tentamina poetica” a Papa Pio XI. Queste due dediche dimostrano quale grande amore avesse il padre Reuss per il Papa. Da Pio IX a Pio XI ne conobbe cinque Papi e li amò profondamente tutti e cinque. Egli in fatti fu l’”homo papalis“, come lo chiama il suo biografo.
Egli ancora mise molta cura alla biblioteca e le numerose edizioni di cui l’arricchì, soprattutto gli autori citati da S. Alfonso, ne fecero un luogo di studio in cui gli stranieri venire a lavorare con piacere.
Come religioso, Padre Reuss era dotato di grande amore per la Congregazione e per S. Alfonso; la sua squisita carità lo rendeva amabile a tutti i suoi confratelli, la sua proverbiale allegria, quasi infantile, non gli impediva di essere modello di pietà e di scrupolosa osservanza.
Alla fine dei lavori del Capitolo Generale del 1909, di cui fu il segretario, scrisse: «Tot, Jesu, tibi sint laudes, quot grammata scripsi»: le lettere delle parole che ho scritto, siano altrettanto lodi per te, Gesù – In memoria aeterna erit justus. Ps.11-7.
Professione: 13 novembre 1859.
Ordinazione: 22 dicembre 1866