Redentoristi secondo San Clemente_3

Essere Redentorista secondo lo spirito di San Clemente Hofbauer
di P. Hans Schermann, cssr
(Ritiro nella Casa di S. Alfonso, 13 dic. 2008)
Parte terza

Hofbauer – Homo apostolicus

Sommario della terza parte

  • 2. Il Patrono di Vienna
  • 2.1 Celebrare la liturgia
  • 2.2 Cura d’anime come accompagnamento
  • 2.3 Attività socio-caritativa
  • 3. Particolari prospettive pastorali
  • 3.1 I Convertiti
  • 3.2 Orizzonti larghi
  • 3.3 Motivi
  • 4. Domande

2. Il Patrono di Vienna
Nel 1808, dopo la sua espulsione da Varsavia Hofbauer, andò a Vienna. Qui trovò riparo presso la Minoritenkirche, la chiesa nazionale degli Italiani. Per quel che riguarda la cura d’anime, non aveva adesso quasi niente da fare, destinato all’inattività! Soltanto nel 1813 fu nominato confessore delle Orsoline e rettore della loro chiesa. Adesso aveva di nuovo una base di operazione!
Qui Hofbauer, già avanzato negli anni (ne aveva sessanta), iniziò ancora una volta una sorprendente attività pastorale. In quegli anni è rimasto quasi sempre solo, poiché i suoi confratelli furono costretti a ritornare nei propri paesi. Ed a Vienna nessuno doveva sapere che egli era membro d’una comunità religiosa “straniera“.

2.1 Celebrare la liturgia
Nella chiesa di Sant’Orsola Hofbauer celebrava il culto divino di nuovo con grande solennità – in un mondo nel quale era stabilito, per supremo decreto imperiale, quando si poteva predicare e quante candele potevano essere accese nella chiesa! Ma lui non badava a queste imposizioni.
Diventarono celebri prima di tutto le sue prediche. Non possediamo tracce scritte dei suoi discorsi dal pulpito, ed egli stesso non lasciò degli appunti. Ma la gente ne era entusiasta. La polizia annotò in un verbale: “Padre Hofbauer registra un afflusso di gente veramente terribile (MH XIII 39).
E passava molte ore al giorno nel confessionale della chiesa di Sant’ Orsola.

2.2 Cura d’anime come accompagnamento
Un elemento nuovo nella pastorale di Hofbauer a Vienna erano i suoi contatti con studenti e professori. Abitava in un piccolo appartamento nelle vicinanze del convento delle Orsoline. E lì s’incontravano ogni giorno le persone più varie per parlare con Hofbauer, per leggere insieme un testo e per discutere. Erano soprattutto studenti e professori universitari.
Un gran numero di essi, circa trenta, entrarono nella Congregazione, dopo il suo riconoscimento in Austria nel 1820.
Ed ancora: in quel periodo Hofbauer era solito frequentare dei circoli politici e letterari di Vienna, circoli altamente elitari. Molto conosciuta era la sua presenza nel circolo dei romantici (Romantikerkreis) di Friedrich Schlegel. Hofbauer godeva lì della stima di tutti, benché sicuramente non abbia potuto inserirsi in tutte le loro discussioni e riflessioni.
È stupendo che quest’uomo, già anziano, di origine contadina e non proprio eccezionalmente colto, abbia trovato accesso a questi alti circoli.

2.3 Attività socio-caritativa
Anche a Vienna Hofbauer svolgeva una ricca attività socio-caritativa. Non dovette qui guidare scuole ed orfanotrofi; ma i poveri nei sobborghi sovrappopolati di Vienna hanno spesso provato il suo aiuto. Disse una volta: “Quattro uomini forti non sarebbero capaci di sollevare l’oro (il denaro) che io ho portato nei sobborghi”.
Giustamente Vienna ha scelto San Clemente Hofbauer come Patrono della città. Egli allora ha fatto molto bene agli uomini di questa città.
Quel bene, voglia farlo anche oggi. Per questo lo si prega.

San Clemente fece una straordinaria azione caritativa a favore degli orfani e abbandonati: un vero Padre.

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3. Particolari prospettive pastorali

3.1 I Convertiti
Per un gruppo di persone Hofbauer aveva un’attitudine particolare: i convertiti. Ha accolto nella Chiesa cattolica molti personaggi di alto rango – Era la spiritualità dei romantici che ha condotto alcuni da lui, e molti li ha conquistato egli stesso. Il Nunzio Severoli scrisse nel 1814 al Cardinale Litta a Roma: “Quelli che a Vienna si convertono, normalmente lo fanno perché convinti dal nostro Padre Hofbauer” (MH XIV 117).
Molti testimoni riferiscono che Hofbauer incontrava i protestanti con grande gentilezza, dimostrando molta comprensione, lontano da un ristretto orizzonte cattolico. Un esempio conosciuto è Friedrich Perthes. Questo spiega anche il detto di Hofbauer riguardo allo scisma luterano: esso è venuto “perché i Tedeschi avevano il bisogno di essere pii(MH XI 327).
Testimoni dicono che Hofbauer non ha mai chiesto troppo a nessuno, e non ha mai spinto nessuno alla conversione. Egli conosceva anche il lato “esistenziale“ ed emozionale degli uomini per quanto riguarda l’appartenenza ad una religione o a un’altra.
Una parte di tali riserve egli sapeva eliminarle in modo scherzoso. Così racconta Clemens Klinkowström della propria zia: ella disse a Hofbauer di non poter entrare nella Chiesa cattolica perché “non era in grado di adorare il Papa e perché odiava le vesti dei preti nella celebrazione della messa”; Hofbauer le replicò: “Lei è già cattolica. La prima cosa, cioè adorare il Papa, non c’è bisogno che Lei lo faccia poiché è comunque contrario all’insegnamento della Chiesa cattolica. Per l’altra, continui tranquillamente ad odiare le vesti della messa” (MH XI 262).

Sembra che Hofbauer, nelle sue posizioni pastorali e teologiche, sia stato di larghe vedute e abbia precorso i tempi. P. Pajalich riferisce: “In tutti i modi possibili metteva in rilievo la fortuna dei credenti cattolici: di essere nati nel grembo della Chiesa, l’unica sposa di Gesù Cristo, perché solo in essa si trova la salvezza eterna.
Dicendo questo, era solito fare le seguenti osservazioni: Qualcuno dirà: si diventa beati soltanto nella Chiesa cattolica? E che cosa sarà dei Turchi, dei Cinesi e di tanti altri? A questa domanda rispondeva brevemente: Chi si trova senza colpa, non sarà condannato. Se perciò quelli che non hanno sentito l’annuncio del vangelo vivono secondo la legge della natura e si orientano verso la luce che Dio concede a ciascuno, e seguono questa luce, essi mediante i mezzi che Dio loro concederà, raggiungeranno la salvezza dell’anima là dove si troveranno. No, no, ripeteva il Servo di Dio, il Signore non condanna nessuno che sia trovato senza colpa (MH XII 172).
Parole simili le dirà il Concilio Vaticano II.

3.2 Orizzonti larghi
Ed ancora un altro aspetto caratterizza l’eros pastorale di Hofbauer: egli ha sempre davanti agli occhi orizzonti geografici molto vasti. Non pensa soltanto a San Bennone o a Sant’Orsola. Pensa alla Chiesa in Europa e oltre. Molte sue lettere dimostrano quanto si interessava della Chiesa di tutta l’Europa e quanto era informato della sua situazione nei singoli paesi.
Persino Nunzi e Vescovi gli chiedevano informazioni e consigli. Egli si preoccupava della Chiesa in Europa. E pensava anche all’America e all’Asia.

3.3 Motivi
Che cosa ha indotto Hofbauer, nella sua attività pastorale, ad andare fino ai limiti e spesso a rischiare l’impossibile?
Ci sono tre motivi che lo spingono (vedi Alois Kraxner, Der pastorale Eros des hl. Klemens, in Profil eines Heiligen, pp. 101-108): la gloria di Dio, il bene della Chiesa, la salvezza delle anime.
Usa spesso questa o altra simile formulazione. Così, per esempio, in una lettera del 10 dicembre 1803 al Nunzio Severoli: “Dichiaro davanti a Dio e Sua Eccellenza Reverendissima di non ricusare nessuna fatica e nessuna molestia nell’operare, insieme con i miei compagni, per la gloria di Dio, la crescita della Chiesa e la salvezza delle anime(MH IV 14).

Per dimostrare, in base ad uno solo di questi motivi, con quale impeto egli lo ha sentito e con quanta passione cercava di agire prendendolo come norma, ecco un testo dal suo Promemoria, inviato il 20 ottobre 1817 al Prefetto della Congregazione Propaganda Fide, il cardinale Lorenzo Litta: “Il dolore di vedere perdersi tante preziose anime per la mancanza assoluta di ogni aiuto, il timore di farmi reo davanti a Dio, anche solo in parte, dell’abbandono delle medesime, e l’intima persuasione che, trascurando il rimedio che propongo, non se ne porterà un altro, ed il male diverrà insanabile, non solo maggiore, sono i motivi che mi spronano a chiedere umilmente a V. E. la grazia, che domando per tranquillizzare il mio cuore profondamente afflitto e tormentato(MH XIV 35).

Un uomo pieno di passione per gli uomini e per la loro salvezza. Certamente un homo apostolicus di grande statura! Molti dei suoi accenti pastorali erano contrari all’andamento dell’epoca. Ma proprio per questo erano necessari, “an der Zeit” (“necessari a quel tempo“).

4. Domande
Che cosa significa, in vista di ciò, essere redentorista secondo lo spirito di San Clemente? La risposta a questa domanda, la dovete trovare voi. Essa non sarà la stessa per ciascuno di noi.
Ecco altre domande e riflessioni:

  • *A Hofbauer tutta l’attività pastorale gli veniva “dall’anima“. Era animato da una grande passione pastorale. — Che cosa ci potrà aiutare a mettere su ed a promuovere in noi la caritas apostolica?
  • *Hofbauer si è attribuito il diritto di seguire nella pastorale altre strade, diverse di quelle dei suoi confratelli a Napoli e nello Stato Pontificio. Su questo probabilmente non ha neanche molto riflettuto; ha semplicemente fatto ciò che era necessario fare. — Abbiamo anche noi il coraggio di seguire la nostra propria strada?
  • *Ma che cosa la caritas apostolica chiede a me, a noi: nel mio, nel nostro paese, nella mia, nella nostra situazione? Che cosa possiamo fare? E qual è, nella cura pastorale, il mio compito personale?

Essere redentorista secondo lo spirito di San Clemente significa: essere pieno di passione (essere appassionato) per Dio ed il suo Cristo, pieno di zelo perla Chiesae pieno di compassione per gli uomini che si trovano nel bisogno.
Il mio augurio è che si riesca, nelle misura delle nostre forze, ad uguagliare San Clemente, l’uomo apostolico.

La tomba di San Clemente a Vienna nella chiesa di Maria am Gestade: una tappa obbligata per il pellegrinaggio di tutti i Redentoristi del mondo.

(Dal Bollettino della Provincia Redentorista Romana)

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