Redentoristi di Roma-Merulana
2013 – Cuori rinnovati per la Missione.
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Redentoristi di Roma-Merulana
Cuori rinnovati per la Missione – Note di Spiritualità
di P. Serafino Fiore
Cosa voleva dire il Capitolo Generale, parlando di “cuori rinnovati”? Secondo il Messaggio finale (nr. 8), sarà il cuore a farci tornare al primo amore, come persone e come comunità, e ad accendere il vero zelo missionario, aprendoci alle novità del cuore e dello Spirito. Per ora vogliamo soffermarci sul primo punto.
Avvertiamo tutti una certa stanchezza. Essa è pari ai tanti tentativi fatti per rendere la nostra missione più efficace e più bella la nostra vita. Riunioni, Capitoli, documenti, progetti. Tutti sperimentiamo frustrazione perché i risultati non sono stati pari alle attese. E la mancanza di vocazioni è motivo di sofferenza per molte Unità.
A questo si aggiunga un rischio: siamo esposti alla frammentazione tipica del nostro tempo. Rischiamo di perdere di vista le vere priorità. Da dove ricominciare, ogni giorno? Dove trovare ciò che veramente conta?
Ricomincia dal cuore, ci dice Cristo missionario del Padre. Ricomincia dall’amore: non sbaglierai.
Il cuore ci fa mettere ordine nella vita. È il cuore a farsi sentire, ogni volta che la nostra integrità è minacciata. Solo il cuore tiene insieme collega realtà tanto diverse, che invadono la nostra giornata insieme agli infiniti modi di interpretarle. Solo il cuore compone i frammenti in ciò che alla fine resta, l’amore. “Senza l’amore l’uomo non può vivere. Egli rimane per se stesso un essere incomprensibile, la sua vita è priva di senso, se non gli viene rivelato l’amore, se non s’incontra con l’amore, se non lo sperimenta e non lo fa proprio, se non vi partecipa vivamente” (Redemptor hominis, 10).
Un cuore rinnovato è la nostra scommessa per vivere una vita piena.
Dalla tradizione Redentorista
In un secolo dove il vento del giansenismo gelava il cuore con la paura e le luci della ragione spegnevano le ragioni del cuore, Alfonso de Liguori ha portato avanti la sua battaglia: l’illuminismo del cuore.
La ragione guida il nostro fondatore a scoprire ciò che attraversa la storia dall’inizio alla fine: il desiderio di Dio di restituire l’uomo alla sua vera dignità. Ma è il cuore a fargli cogliere la strategia perseguita da Dio, a capire perché Egli adotta il linguaggio dell’amore: è l’unico che gli uomini riescono a capire. La croce è il vertice di questo percorso, e da essa ne parte un altro, ritmato dall’eucarestia.
Se oggi i Redentoristi sono apprezzati come “persone di cuore”, se la gente contattandoci esperimenta accoglienza e semplicità, se la nostra attività missionaria e in particolare il sacramento della penitenza danno grande risalto alla misericordia, il motivo è da cercarsi in questo primato del cuore che occupa le opere e il progetto missionario del nostro fondatore.
Ci sono altri due tratti della nostra spiritualità che vale menzionare. Il primo è l’uniformità alla volontà di Dio. Non è un adeguarsi passivo e rassegnato agli eventi della vita. Se è l’amore a ispirare le nostre esistenze, ci troveremo ipso facto a fare quello che Dio vuole. Ma se il nostro cammino ci farà scontrare con ingratitudini e fallimenti, sarà il momento di uniformare la nostra volontà a quella di Dio: perché Dio vuole che l’amore non si arrenda.
Qui ci viene in aiuto l’altro elemento, tipico della nostra tradizione: la retta intenzione. C’è sempre da verificare il motivo per cui agiamo, se cioè esso scaturisca dal profondo della coscienza in dialogo con Dio. Anche qui non mancheranno incidenti di percorso ed incomprensioni. C’è da tornare sull’accaduto e chiederci: il mio obiettivo era ispirato al vangelo o inquinato da altri obiettivi? Nel primo caso, non ci mancherà la pace del cuore e la voglia di rialzarci.
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