Redentoristi Mondo Madagascar 2013

Redentoristi in Madagascar.
2013 – Ripartire da Cristo – L’Ecumenismo? Qualcosa di naturale…

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Redentoristi in Madagascar
2013 – L’Ecumenismo? Qualcosa di naturale…
di Lorenzo Gasparro C.Ss.R.

Il dialogo tra le diverse confessioni religiose e l’impegno che ogni cristiano deve avere nel costruire una sola grande comunità di fede, cioè quello che noi intendiamo per ecumenismo, è una delle grandi novità prodotte dal Vaticano II. A partire dal Concilio, innumerevoli passi sono stati fatti in merito. Basti pensare all’incontro interreligioso promosso da Giovanni Paolo Il ad Assisi. Era il 1982 e, per la prima volta, i rappresentanti delle più grandi religioni del mondo si riunivano in uno stesso luogo per invocare da Dio la pace e l’unità tra i popoli e le religioni.

L’unità dei cristiani resta una priorità senza tramonto per la Chiesa universale. Essa rimanda al Fondatore stesso, quel Gesù di Nazareth che, immediatamente prima di dare la sua vita per la “salvezza di tutti”, pregava il Padre “Che siano tutti uno, come tu, o Padre, sei in me, ed io sono in te” (Gv 17,21).

Ricondotto a questa radice, l’ecumenismo non è una strategia opportunistica o una moda religiosa del momento, bensì un’esigenza vitale del Cristianesimo scritta nel suo DNA: “lo e il Padre siamo uno” (Gv 10 ,30). La Chiesa, in quanto presenza della vita trinitaria sulla terra, non può che tendere incessantemente verso la comunione e l’unità. Questa verità è ormai un’evidenza per noi cattolici, e comincia ad esserlo anche per altre Chiese tradizionalmente più restie. In Europa si organizzano periodicamente iniziative e momenti ecumenici; i libri e gli studi sul tema sono numerosi.

Qui, in missione non si paria molto di ecumenismo, né si pubblica con la stessa abbondanza che in Occidente. L’ecumenismo lo si vive, semplicemente, come qualcosa di scontato. La chiesa ad gentes non ha alle sue spalle i secoli di storia (e di divisione) delle nostre Chiese d’Occidente. l nostri fedeli non sanno perché esistono tante diverse confessioni e con quali lotte si è arrivati ad esse (santa ignoranza!). Per loro è semplicemente un dato di fatto: accanto alla chiesetta cattolica, c’è quella protestante e c’è quella anglicana.

Nel villaggio in cui lavoro, nello spazio di 500 metri ci sono ben tre chiese di tre diverse confessioni. E di do­ manica si esce insieme di casa per recarsi ciascuno alla propria celebrazione. Spesso i membri di una stessa famiglia appartengono a confessioni diverse, senza che questo crei alcun problema. Peraltro, durante l’anno ci sono vari momenti di preghiera interreligiosa e la collaborazione tra sacerdoti e pastori è qualcosa di abituale.

In Madagascar i pastori protestanti e anglicani si formano al ministero nell’Università Cattolica, insieme ai nostri seminaristi che si preparano al sacerdozio. In occasione di matrimoni o funerali, capita molto spesso che si vada a pregare in un’altra chiesa, e senza che questo provochi alcun disagio o problema. Insomma, l’ecumenismo è qualcosa di assolutamente naturale e per nulla teorico… Si è cattolici o protestanti per lo più perché lo si è ereditato dai genitori. La semplicità regna sovrana anche in questo campo.

Mi capita spesso, mentre visito le famiglie cattoliche del mio villaggio, che persone di altre confessioni mi chiedano di benedire la casa, di pregare per le loro intenzioni. varie volte dei fedeli protestanti mi hanno chiesto di portar loro una coroncina del rosario o dell’acqua di Lourdes… All’inizio mi meravigliavo, e dicevo tra me e me che questa gente non conosceva bene il proprio credo e… che la loro fede non contempla il culto della Vergine Maria! Col tempo ho capito che i cosiddetti poveri sono più bravi dei cosiddetti ricchi: quando la vita ti mette di fronte all’essenziale, ti rendi conto che si è tutti sotto lo stesso cielo e si ha tutti bisogno di una mano da Lui. Nessun problema se altri invocano Dio in un altro luogo o con altri titoli. Quello che unisce è molto più di quello che divide..

Anche su questo aspetto la Missione apre gli occhi. Ciò che divide le Chiese cristiane sono molte volte questioni di lana caprina, nate a tavolino e non dalla vita. La vita, invece, ci sbatte ogni giorno sotto gli occhi che siamo una sola grande famiglia. l drammi della guerra, della fame e dell’inquinamento ci fanno capire che abitiamo uno stesso identico villaggio, siamo tutti in una stessa pentola. Detto in idioma cristiano: siamo tutti figli di un unico Dio. Se solo prendessimo sul serio questa verità basilare della nostra fede! Disputarsi o azzuffarsi in nome di Dio è il modo più assurdo di tradire ciò che Lui è… e ciò che noi siamo.

P. Lorenzo Gasparro C.Ss.R.

Ecumenismo vissuto = Mi capita spesso, mentre visito le famiglie cattoliche del mio villaggio, che persone di altre confessioni mi chiedano di benedire la casa, di pregare per le loro intenzioni. varie volte dei fedeli protestanti mi hanno chiesto di portar loro una coroncina del rosario o dell’acqua di Lourdes… (Padre Lorenzo).

(estratto da “In Cammino con San Gerardo”, settembre 2013, pp. 32-33).
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