Redentoristi d’Italia – Materdomini
2013 – Il sorriso degli ammalati al Santuario di San Gerardo.
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Redentoristi d’Italia
Il sorriso degli ammalati al Santuario di San Gerardo
di Elisa Malanga
25 aprile 2013 – Ci sono fili invisibili capaci di unire i mondi interiori degli uomini: sono la forza della fede, il valore della carità, la potenza dell’amore ed il vigore dell’amicizia. Fili invisibili che diventano strumenti di unione tra i malati ed i volontari che li accompagnano a Materdomini per la giornata del malato.
Numerose le persone e le associazioni che giungono al Santuario di san Gerardo e il desiderio di vivere in comunione con gli altri ogni momento è percepibile immediatamente negli sguardi colmi di attesa dei malati. Uomini, donne e ragazzi che lungo la strada della vita hanno incontrato la sofferenza e che ogni giorno aprono il cuore alla speranza della guarigione.
Aspettano con tanta emozione la benedizione del Rettore del Santuario, padre Antonio Perillo, e pregano insieme senza sosta prima dell’inizio della concelebrazione eucaristica presieduta da Mons. Giuseppe Giudice, vescovo della diocesi di Nocera Inferiore-Sarno.
“Sappiate che il primo che si cura degli ammalati è il Signore – afferma il Vescovo nell’omelia – ma Dio ha bisogno delle nostre mani per guarirli, ha bisogno di noi per curarli, si serve di noi per sconfiggere le malattie e per imprimere attraverso le nostre carezze il suo sorriso”.
Ed il filo conduttore della giornata sembra essere proprio il sorriso, che affiora sui volti dei malati nel pomeriggio, quando il sole li abbraccia dolcemente e li segue durante l’adorazione eucaristica. Ancora il sorriso rassicurante di padre Perillo e di padre Ciro Avella accompagna il saluto finale ai rappresentanti di ogni singola associazione presente all’evento: è un arrivederci all’anno prossimo colmo di speranza e carità!
Nelle parole degli ammalati si svelano i loro desideri, i loro bisogni : “Per noi ammalati non c’è nulla di più bello di un sorriso, di una parola sussurrata quando siamo stanchi – confidano dopo aver raccontato anche tutto d’un fiato la loro storia di sofferenza – le cure mediche non bastano, abbiamo bisogno di chi ci stia vicino con un po’ di tenerezza”.
E nel mare sconfinato della nostra esistenza, prima o poi tutti avvertiamo il bisogno di qualcuno che ci aiuti a navigare, di qualcuno che ci dia una mano ad affrontare i venti contrari delle sofferenze e che ci aiuti a spiegare le vele per superare insieme la paura delle tempeste.
Proprio come ci insegna il nostro san Gerardo che, provando la sofferenza ed il dolore sulla propria pelle, ne vinse il timore attraverso la fede. Perché si sa che il percorso di chi crede è meno duro: il cuore di chi ha fede affronta le difficoltà con più forza, perché chi crede in Dio non è mai solo!.
(da In cammino con San Gerardo, giugno 2013, p.23.).