Redentoristi Mondo Haiti 2013

Redentoristi di Haiti.
2013 –“In cammino” tra le maceria di Haiti.

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24ottobre2


Redentoristi di Haiti
2013 – “In cammino” tra le maceria di Haiti

Nel Paese a tutt’oggi stravolto dal terremoto del 2010 e nel quale tutti si sono ritrovati a chiedersi il senso della vita, i Redentoristi sono in prima linea per offrire al popolo haitiano il conforto e la speranza della Fede.

Il popolo haitiano è molto credente. La maggioranza si definisce cattolica, ma va registrata una crescita dei protestanti, senza dimenticare quelli che seguono la religione vuduista. Eppure, durante e dopo il sisma devastatore del 12 gennaio 2010, non c’erano né cattolici, né protestanti né tantomeno praticanti Vodou: tutti guardavano al cielo gridando “Gesù liberaci, Gesù salvaci”.

Questo terremoto ha saccheggiato tutto al suo passaggio e tutto ha distrutto: le Chiese (Cattoliche e Protestanti), gli edifici delle comunità religiose, gli edifici del Governo, gli Istituti scolastici; migliaia di case sono state distrutte o danneggiate, senza dimenticare le centinaia di migliaia di persone scomparse.
Il verificarsi di questo importante evento ha fatto ritenere ad alcuni che fosse arrivata la fine del mondo, altri lo hanno, invece, interpretato come un castigo di Dio; soltanto per una minoranza è stato un mero disastro naturale.
Dinanzi a queste idee controverse, qual è stato il comportamento della Chiesa? I religiosi e le religiose da dove hanno ricavato il necessario sostegno e la forza per sorreggere gli altri?

Ad un certo momento, tutto era scombussolato: l’economia, l’ecologia, la vita sociale, quella politica e la stessa fede. Tuttavia, la cosa più importante di tutte fu proprio la fede. La Chiesa offrì una parola rassicurante, confortante e alternativa: la preghiera.
Ricordo l’omelia del vescovo di Jérémie. Nel rievocare i seminaristi e i fedeli della diocesi scomparsi, il gesuita Mons. Joseph Gontrand Décoste disse che tutto era scosso, ma che c’era un elemento che non poteva essere distrutto: la fede in Dio Padre e Creatore di tutto. Parafrasando il drammaturgo francese Paul Claudel, il vescovo Décoste annunciò: “possono anche strapparmi la pelle, ma non prendermi la fede”. E pur dentro un disastro così immane, questa frase colpì il cuore di tutti i fedeli.

In un Paese stravolto dal terremoto e nel quale tutti cercano di dare un senso alla vita, l’Anno della Fede proclamato dal Papa è, per noi Redentoristi e per il popolo haitiano, un modo per recuperare anche la nostra fede. Per questo, i vescovi hanno intrapreso alcune iniziative: un momento ufficiale d’inizio nazionale con i sacerdoti e i fedeli durante la celebrazione eucaristica, e poi un altro proposto nelle varie diocesi e, infine, nelle singole parrocchie.

I Redentoristi di Haiti non agiscono al di fuori della Chiesa locale e, in occasione dell’Anno della fede, si sono impegnati nelle varie attività allestite dalla Conferenza dei Vescovi.
Per aiutare i fedeli laici, in tutte le nostre parrocchie ci si è impegnati a recitare il Credo niceno costantinopolitano anche durante le celebrazioni eucaristiche feriali. Si sono organizzate lezioni sistematiche sulla fede, si è intensificata ogni giovedì l’adorazione del Santissimo Sacramento in parrocchia e, infine, si è organizzata la missione popolare di quest’anno alla luce del tema della fede.

Concludo questa mia testimonianza scrivendo che, da giovane redentorista haitiano, penso che l’Anno della fede porti nuova vita non solo per la Chiesa universale, ma anche per ogni cristiano di Haiti, soprattutto dopo il 12 gennaio 2010. La speranza è che, alla fine di questo Anno, tutti abbiano una fede più forte in Gesù Cristo, sapendo che la fede è il ponte che ci unisce a Dio e ci permette di andare a Lui con fiducia. Abbiamo bisogno di questo trampolino sapendo che la nostra fede ci chiede di andare anche contro corrente, e non ci permette di dormire mai. Tutto questo passa attraverso la comunità e l’impegno pastorale.

Il Consiglio della nostra Regione Redentorista incoraggia quelli che lavorano nelle parrocchie ad un impegno molto più sereno, a coltivare lo zelo apostolico e a lavorare per una giusta causa: l’annuncio del Vangelo, in un Paese dove non c’è (molto) altro che la fede in Dio.

Eddy Fervil, C.Ss.R.
(traduzione a cura di Serafino Fiore C.Ss.R.)

(da “In cammino con San Gerardo”, ottobre 2013, pp.34-35).

2013 – Haiti -  Continua la ricostruzione materiale e spirituale, grazie all’aiuto delle altre Unità della Congregazione, prima fra tutte la Provincia-madre di Baltimora: giovani redentoristi sono pronti a subentrare nell’apostolato nell’isola devastata dal terremoto.
2013 – Haiti – Continua la ricostruzione materiale e spirituale, grazie all’aiuto delle altre Unità della Congregazione, prima fra tutte la Provincia-madre di Baltimora: giovani redentoristi sono pronti a subentrare nell’apostolato nell’isola devastata dal terremoto.