Redentoristi di Costa Rica.
2013 –”Comunità centrata nella persona di Gesù”.
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Redentoristi di Costa Rica
2013 “Comunità centrata nella persona di Gesù”- Messaggio dell’équipe di animazione provinciale.
Ricevete un fraterno saluto in Cristo Redentore e nella Madonna del Perpetuo Soccorso.
Durante la riunione dell’équipe di animazione della provincia, abbiamo avuto la presenza dei vescovi della diocesi di San Pedro Sula, Monsignor Angelo Garachana e Monsignor Rómulo Emilliani. Condividiamo la sintesi dei messaggi ricevuti in questi giorni.
Il martedì 7 maggio 2013 è stato guidato da monsignor Angelo Garachana, che ha condiviso con noi l’argomento: “Il governo spirituale del superiore della comunità locale“.
Ha iniziato affermando che ogni comunità religiosa deve essere centrata nella persona di Gesù Cristo e che la spiritualità dei religiosi è quella della sequela del Figlio di Dio; è lui che chiama, convoca e riunisce per vivere questa sequela nella comunità. Ogni religioso deve sapere che è lo Spirito di Dio che anima, motiva e incoraggia questo gruppo a rispondere in fraternità e comunione alla chiamata di vivere la sequela di Gesù di Nazaret.
Il compito del superiore a questo proposito è di ricordare e incoraggiare i confratelli della sua comunità, a vivere l’impegno assunto al momento della loro professione all’interno della Congregazione. Pertanto, il superiore dovrebbe aiutare la crescita verso un progetto di vita, che tende a maturare e rafforzare la vita umana e spirituale del congregato.
Monsignor Angelo ci ha ricordato, che la comunità religiosa è una comunione di persone, che sono aperte all’esperienza del Dio vivendo in modo fraterno, organizzato, strutturato dall’azione dello Spirito Santo. Il Superiore, quindi, non si impone, non soppianta, non sostituisce; ma cerca di scoprire la volontà di Dio, insieme alla sua comunità lasciandosi portare portato dallo spirito di Gesù.
Monsignor Garachana ci ha ribadito che noi dobbiamo porre nome e cognome sul volto di ogni confratello; il superiore ha la missione di portare nel suo cuore ogni confratello, riproducendo nella pratica gli atteggiamenti di Cristo. Per fare questo, deve essere una persona di preghiera, una persona attenta all’ascolto della Parola di Dio, attento alle esigenze dei suoi fratelli, con occhi compassionevoli e viscere di misericordia, compreso la sopportazione delle fragilità dei suoi fratelli. In altre parole, il superiore si lascia guidare dallo Spirito Santo, per mettere tutti i sentimenti dei suoi fratelli nelle mani di Dio.
Mercoledì 8 maggio 2013 entriamo in un’atmosfera di ritiro, con l’animazione di Monsignor Rómulo Emilliani, vescovo ausiliare di San Pedro Sula.
Nel primo incontro ha fatto riferimento al testo di Apocalisse 12, 1ss. Poi ci ha presentato la realtà dell’America centrale in tutti gli aspetti: politico, sociale, religioso, ecc., evidenziando le grandi difficoltà che fanno sanguinare il cuore delle persone con la violenza ed il narcotraffico. Ci ha invitato a trovare modi per liberare e redimere con il nostro impegno religioso questa realtà di peccato. Ha insistito sul fatto che noi dovremmo essere luce in questo buio, accompagnando spiritualmente le persone che serviamo.
Ci ha chiesto se noi stiamo rispondendo, come Congregazione, alle urgenze del popolo dell’America centrale. Se la nostra evangelizzazione sta dando risposte concrete in un mondo che ci sta depersonalizzando e togliendo la nostra identità – la dignità dei figli di Dio. Ha sottolineato l’importanza della parrocchia come uno degli spazi privilegiati per aiutare la crescita e il recupero di quell’identità della persona umana, cercando una pastorale incarnata in mezzo i problemi delle persone che ci circondano.
Ci ha detto con insistenza, che dobbiamo avere la capacità di farci colpire dalla realtà, cioè avere la capacità dello stupore di fronte a quello che sta accadendo nel nostro ambiente. Farci influenzare dal dolore, dalla sofferenza di questa America centrale, dolorante, sofferente, colpito da tante situazioni di ingiustizia, di disuguaglianza e dalla mancanza di amore.
Come religiosi di fronte a questa realtà, dobbiamo metterci nelle mani di Dio, fidarci completamente di Lui e così poter liberamente proclamare il Vangelo senza paura, senza viltà con un impegno totale, purificando il proprio io, rinunciando agli appetiti disordinati della carne e rinunciando alle offerte materialistiche di questo mondo. Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo mantenere una profonda preghiera personale e comunitaria, un profondo incontro con la Parola di Dio e una forte esperienza dell’Eucaristia.
In un secondo momento di riflessione, Monsignor Romulo, ci ha parlato della necessità di un autentico rinnovamento (ristrutturazione). Le nostre comunità apostoliche devono uscire dalle strutture di comodo. Sono necessarie nuove esperienze per raggiungere i più bisognosi dei nostri popoli. Questo significa, lasciarsi trasportare dallo Spirito di Dio per avere una vera conversione al fine di avere un costante dinamismo missionario all’interno della nostra pastorale ordinaria.
Con la parabola del Buon Pastore (Gv 10), ci ha invitato ad avere segni concreti e semplici per accompagnare nei momenti chiave la vita delle persone che appartengono al nostro campo pastorale. Citando ripetutamente Papa Francesco, ha detto che il Ministero del pastore si esercita attraverso la consolazione: essere con l’altro, accompagnare il dolore, la sofferenza della persona. Entrare nel cuore di ognuno dei fedeli che si avvicinano alle nostre comunità.
Secondo il vescovo Romolo, dobbiamo vedere tutto con gli occhi di Dio, ascoltare con le orecchie di Dio, sentire col cuore di Gesù; in altre parole, avere una compassione come che ha portato Gesù Cristo al perdono totale delle persone. Con il perdono e la compassione si può iniziare un percorso che ci porterà alla vera libertà dei figli di Dio, dove siamo in grado di rompere qualsiasi tipo di catena che ci rende schiavi.
Il vescovo ci invita a rinnovare il nostro modo di fare pastorale; questo lavoro deve produrre proposte che contribuiscano a rafforzare il nostro carisma perché abbia effetto sui poveri dell’America centrale.
Abbiamo apprezzato molto la presenza e la vicinanza dei nostri pastori. Raccomandiamo a Dio il lavoro svolto in quella parte del popolo honduregno, in particolare in questi tempi difficili delle elezioni presidenziali.
P. Manuel Cruz Meza, superiore provinciale
I partecipanti all’incontro EAP
(traduzione dallo spagnolo: P. Salvatore Brugnano)
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