Redentoristi della Costa d’Avorio
2009 – Una missione povera, ma ricca di fraternità.
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Redentoristi della Costa d’Avorio
2009 – Una missione povera, ma ricca di fraternità.
Questa missione redentorista è nata 1993.
La Provincia di Madrid si era ritirata dalla vice provincia di Matadi, dove aveva collaborato per 24 anni con i confratelli belgi. Ma desiderando continuare a collaborare con la chiesa africana, Madrid ha inviato un gruppo missionario nella Costa d’Avorio.
La Missione della Costa d’Avorio è un esempio di collaborazione tra le differenti unità della Congregazione; infatti i 4 sacerdoti che in questo momento compongono parte della Missione sono di altrettante nazionalità: francese, messicana, congolese e spagnola. – Fanno anche parte dell’unità due chierici diaconi, con voti perpetui, ed altri con voti temporanei.
La comunità missionaria cura due centri missionari, affidati rispettivamente a due sacerdoti. La scarsità di personale provoca una vera difficoltà per la vita comunitaria. E’ sufficiente che uno dei due unici membri di ogni comunità si ammali o vada in ferie, che il suo confratello rimane solo per settimane o mesi.
Situazione attuale
Religiosamente parlando è da notare che la popolazione della Costa d’Avorio si divide tra le religioni tradizionali, l’Islam e il Cristianesimo, approssimativamente in questa proporzione: un 20% per il primo gruppo, 50% musulmani e 30% cristiani.
Per fortuna l’islam della Costa d’Avorio non è violento né fondamentalista ed è molto influente nel Nord, mentre nel Sud è più esteso il cristianesimo. Le due case redentoriste si trovano al centro del paese dove la proporzione tra musulmani e cristiani è equilibrata.
Un fatto tuttavia evidente è che la chiesa cattolica gode di un prestigio che supera la sua importanza numerica. Così, anche nei tempi della guerra civile vissuta dal paese, un cartello con scritto “Missione Cattolica” su un veicolo ha l’efficacia di salvacondotto per circolare liberamente per tutto il territorio nazionale.
Trovare i poveri più abbandonati, destinatari dell’attività missionaria redentorista non è molto difficile. Le nostre due case nella Costa d’Avorio sono chiaramente dedicate ai poveri, sia a Tiébissou, nella zona rurale, sia Bouaké, in un quartiere urbano periferico.
Opere apostoliche ed attività missionarie
Le due case redentoriste esistono e funzionano come parrocchie. “Insistiamo in modo particolare nel formare e responsabilizzare i laici, come catechisti, animatori di comunità, agenti di evangelizzazione”.
Oltre al centro missionario, altri villaggi – molto numerosi a Tiébissou e pochi a Bouaké – sono curati dai redentoristi. In ognuna di queste comunità cristiane, a volte molto poco numerose, si cerca di creare una struttura che permetta ai cristiani di vivere e diffondere il vangelo.
È inevitabile, nell’ambiente della Missione della Costa d’Avorio, l’impegno con i bisognosi. Una buona parte dell’energia dei Padri è dedicata alla promozione umana di una popolazione impoverita dai prolungati anni di guerra o almeno dall’insicurezza sociale e politica. Così i Padri gestiscono sia un centro di accoglienza per alunni, sia un dispensario, sia una coltivazione agricola e fruttitera, sia la concessione di minicrediti per aiutare l’autofinanziamento economico.
La scarsità del numero di operai si presenta come il problema più grave che la Missione deve affrontare: limita l’attività e l’efficacia del lavoro dei redentoristi…. L’unica speranza è l’adesione vocazionale di giovani del paese all’Istituto.
Vi è un progetto di ristrutturazione delle Unità di questa zona africana con la costituzione di una Provincia autonoma formata dai confratelli del Burkina Faso, Mali, Togo, Benin, Costa d’Avorio.
La circostanza di mancati arrivi da altre Unità della Congregazione viene vista come una grazia di Dio, perché alla Missione venga applicata una ecclesiologia in cui è importante che i missionari dell’Africa siano africani, e che le Chiese locali raggiungano la loro autonomia anche per quanto riguarda il personale.
(da Conspectus Generalis 2009)