( ◊ in Francia) – P. Lucien Rabanit (1896-1929) – (+ in Italia)
P. Lucien Rabanit. Varallo, 1929.
Nacque a Puy il 3 novembre 1896.
All’età di due anni avrebbe avuto – ha raccontato sua madre – una visione, probabilmente di santa Teresa del Bambino Gesù verso la quale, per tutta la sua vita, professò una devozione particolare.
In seguito ad una missione predicata a Puy da Padri Dunoyer e Mordedeuf nel 1910, chiese la sua ammissione al postalantato di Uvrier. Aveva un’anima eccessivamente ingenua e candida, leggermente impregnata di poesia, di dolcezza e di pietà angelica.
“Essere sacerdote, religioso e missionario: ci può essere quaggiù uno stato più sublime?” scriveva a sua madre. Ed alla fine di un ritiro diceva: “Ho preso la risoluzione di farmi santo”. Mantenne la parola.
Lucien Rabanit era dotato di squisite qualità di spirito e di cuore, di una stupefacente energia di volontà e la sua anima tendeva continuamente al perfetto in ogni ordine di cose.
Fu pertanto nemico dell’approssimazione e della trascuratezza; era compagno amabile e amato da tutti per la sua carità, per la sua buona educazione, l’anima delle feste di famiglia.
Ma l’inesorabile malattia della tisi si rivelò al suo secondo anno di filosofia. Dio lo provò con la croce: cinque anni e mezzo di prostrazione fisica, tale fu la sua prova. Il cielo gli chiedeva il sacrificio della sua personalità, del suo avvenire, della sua salute e della sua vita.
Dall’ardente devozione verso santa Teresina attinse per la sua anima il trionfo definitivo su di sé ed ottenne per la di lei intercessione la grazia di proseguire gli studi necessari preparatori al sacerdozio.
Con la sua santa preferita ebbe intimi colloqui scritti, che il suo biografo ci ha lasciato. Compose un piccolo scritto: Il Segreto di Santa Teresa; abbozzò un lavoro su L’lnfanzia spirituale; fu eminentemente discepolo e imitatore della sua piccola Santa.
A partire dalla sua ordinazione sacerdotale le forze cominciarono a mancare; la sua conversazione era gioiosa, religiosa; parlava della sua morte come gli uomini di mondo parlano dei loro piaceri. Morì pronunciando il suo atto di amore perfetto: “Mio Dio, vi amo con tutto il mio cuore e con tutte le mie forze”; poi lo sguardo come attirato da un’apparizione, che si sarebbe prodotta ad una certa altezza, mormorò queste parole: “Oh! Venite, venite a prendermi” e dolcemente rese la sua anima a Dio.
Il suo programma era questo:
- Cristiano, devo salvare la mia anima,
- Religioso, devo diventare l’amico di Gesù Cristo,
- Sacerdote, devo diventare un altro Gesù Cristo,
- Redentorista, devo diventare un salvatore di anime.
Professione: 20 maggio 1923.
Ordinazione sacerdotale: 19 settembre 1926.