35. Questo è il mio Corpo.
Sarò una sola cosa con te e col mio prossimo.
Signore, confesso
con dispiacere e vergogna
che spesso, quando
ci riuniamo in assemblea,
ci sono divisioni tra di noi.
Così che quando ci incontriamo,
non è precisamente la tua cena
che noi mangiamo,
perché non abbiamo
amore sufficiente nel cuore.
Il racconto che Paolo
ha ricevuto da te, Signore,
e che, a sua volta, ci ha trasmesso,
dice che nella notte
in cui venivi tradito,
tu prendesti il pane,
e dopo aver ringraziato,
lo spezzasti e dicesti:
«Questo è il mio corpo che è per voi.
Fate questo in memoria di me».
Allo stesso modo il calice,
lo prendesti tra le mani
dopo cena, e dicesti:
«Questo calice
è la nuova alleanza nel mio sangue.
Fate questo ogni volta che ne bevete,
in memoria di me».
Ogni volta, perciò,
che mangiamo questo pane,
e beviamo al calice,
proclamiamo la tua morte, Signore,
finché ritornerai.
Perciò chiunque mangia il tuo pane,
o beve al tuo calice indegnamente,
sarà reo di profanazione
del tuo corpo e sangue.
Aiutami, allora,
a esaminare me stesso,
e così, mangiando il tuo pane
e bevendo il tuo vino
io possa essere reso degno
di diventare:
una sola cosa con te
e col mio prossimo.
(Prima Lettera ai Corinzi, cap. 11,18-28)
Il Corpo e il Sangue del Signore ci rende uno con lui e una cosa sola con gli altri! Perciò: «Chiunque mangia il tuo pane, o beve al tuo calice indegnamente, sarà reo di profanazione del tuo corpo e sangue».
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Paul Hilsdale
Nel Signore Gesù – Preghiere dalle lettere di Paolo
ed. 2004
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