31 marzo – Quar.39 – O Croce, unica speranza.
Per me non ci sia altro vanto che nella tua croce, o Cristo Signore (Gal 6,14).
• Salve, o Croce vivificante, o invincibile trofeo della pietà, o Porta del paradiso, conforto dei credenti, baluardo della Chiesa; per te è stata annientata la corruzione, inghiottita e distrutta la potenza della morte, e noi siamo stati elevati dalla terra alle cose celesti. Orma invincibile, avversario dei demoni, gloria dei martiri, verace ornamento dei santi, porta della salvezza…
Salve, Croce del Signore, per la quale l’umanità è stata liberata dalla maledizione; tu sei il segno della vera gioia, tu che con la tua esaltazione abbattesti tutti i tuoi nemici. O tutta veneranda, tu sei il nostro soccorso, la forza dei re, la fermezza dei giusti, la dignità dei peccatori…
Salve, Croce preziosa, guida dei ciechi, medico degli ammalati, risurrezione dei morti, tu ci hai rialzati quando siamo caduti nella corruzione. Per te è stata posta fine alla corruzione ed è fiorita l’immortalità; per te noi mortali siamo stati divinizzati e il demone atterrato… La tua Croce preziosa, o Cristo, noi oggi la baciamo con le nostre indegne labbra, peccatori come siamo.
Noi cantiamo te, o Cristo, che hai voluto esservi inchiodato; e come il ladrone ti gridiamo: « Rendici degni del Regno tuo! »
(Liturgia orientale, da I giorni del Signore p. 730)
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• O Dio‑Uomo passionato, ti supplico con tutta l’anima mia, fa’ che io non distolga mai gli occhi da te. Se resterò appoggiata a te, tu mi infiammerai tutta. Voglio procurare con ogni mia possibilità di ricondurre e fissare in te il mio sguardo. Voglio continuamente ritornare a te e percorrere le vie della Passione e della Croce.
O Dio‑Uomo afflitto, sii tu il mio sostegno. Chi potesse considerarti così povero e colmo d’ineffabile e continuo dolore, spregiato e annientato, e questa visione avvenisse per la grazia, certo ti‑ seguirebbe, e per la povertà e per il continuo soffrire, e per la viltà e il disprezzo. Quando riceviamo la sofferenza è segno che siamo eletti da te, amato Signore, che ci dai il pegno del tuo amore. Fissiamo dunque lo sguardo nel tuo dolore e troveremo rimedio ad ogni nostro tormento. Tu, Figlio di Dio, avesti male per bene!
(cf B. Angela da Foligno, Il libro .della B. Angela Il, p 130 .132)
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da “Intimità divina”
Roma 1992