25 marzo – Quar.34 – L’Annunciazione
Ecco, io vengo, o Dio, per fare la tua volontà » (Salmo respons.)
• O Verbo, tu ti slanci verso la [creatura] tua immagine e per amore della carne ti rivesti di carne; per amore della mia anima, ti degni di fondere la tua persona divina con un’anima intelligente… O fusione inaudita, o compenetrazione paradossale!
Tu, che sei colui che è, vieni nel tempo; increato, ti fai oggetto di creazione.
Tu, che non puoi essere contenuto in nessun luogo, entri nel tempo e nello spazio e un’anima spirituale si fa mediatrice tra la divinità e la pesantezza della carne.
Tu che arricchisci, ti fai povero e subisci la povertà della mia carne, perché io venga arricchito della tua divinità.
Tu che sei la pienezza, ti svuoti, ti spogli per un poco della tua gloria, perché io possa partecipare della tua pienezza.
Quale ricchezza di bontà! Quale immenso mistero ti avvolge! Sono stato fatto partecipe della tua immagine, mio Dio, ma non ho saputo custodirla; ora tu ti rendi partecipe della mia carne per salvare l’immagine che mi avevi data e per rendere immortale la mia carne.
(S. Gregorio Nazianzeno, Oratio 45, 9).
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• O Maria vasello d’umiltà, nel quale sta e arde il lume del vero conoscimento, col quale levasti te sopra di te e perciò piacesti al Padre eterno, onde egli ti rapì e trasse a sé amandoti di singolare amore. Con questo lume e fuoco della tua carità e con l’olio della tua umiltà tu traesti e inchinasti la divinità sua a venire in te; benché prima fu tratto dall’ardentissimo fuoco della sua inestimabile carità a venire a noi…
O Maria, dolcissimo amore mio, in te è scritto il Verbo, dal quale noi abbiamo la dottrina della vita… lo vedo questo Verbo, appena egli è scritto in te, non essere senza la croce del santo desiderio, ma appena egli fu concepito in te, gli fu innestato e annesso il desiderio di morire per la salute dell’uomo, per la quale egli si è incarnato…
O Maria, oggi la terra tua ha germinato a noi il Salvatore… O Maria, benedetta sii tu fra tutte le donne… perché oggi tu ci hai dato della farina tua. Oggi la Deità è unita e impastata con l’umanità nostra sì fortemente che mai non si può separare questa unione, né per morte né per nostra ingratitudine.
(S. Caterina da Siena, Preghiere ed Elevazioni p 117 .122‑4)
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da “Intimità divina”
Roma 1992