8 gennaio = Battesimo del Signore.
· Le acque del Giordano scesero anche su di te, o Gesù, sotto lo sguardo della folla, ma ben pochi allora poterono riconoscerti: e questo mistero di ritardata fede, o di indifferenza, prolungatosi nei secoli, resta motivo di dolore per quanti ti amano ed hanno ricevuto la missione di farti conoscere al mondo.
Deh!, concedi ai successori degli Apostoli e dei discepoli, e a quanti prendono nome da te e dalla tua croce, di portare innanzi l’opera della evangelizzazione, di sostenerla con la preghiera, con la sofferenza, con l’intima fedeltà al tuo volere.
E come tu, Agnello di innocenza, ti presentasti a Giovanni in atteggiamento di peccatore, attrai anche noi, Gesù, alle acque del Giordano. Là vogliamo accorrere per confessare i nostri peccati, e purificare le nostre anime.
E come i cieli aperti annunziarono la voce del Padre tuo, che di te, o Gesù, si compiaceva, così, superata vittoriosamente la prova… sugli albori della tua risurrezione, possiamo riudire nell’intimità nostra la stessa voce del Padre celeste, che in noi riconosce i figli suoi. (Giovanni XXIII, Breviario p28).
· O Gesù, tu, santo, innocente, senza macchia, segregato dai peccatori, ti avanzi come un colpevole, domandando il battesimo della remissione dei peccati! Che mistero è questo?…
Giovanni rifiuta energicamente di amministrarti il battesimo di penitenza… e tu gli rispondi: « Non ti opporre un solo momento, solo così ci conviene adempiere ogni giustizia ». Qual è questa giustizia? Sono le umiliazioni della tua adorabile umanità che, rendendo omaggio alla santità infinita, costituiscono la soddisfazione piena di tutti i nostri debiti verso la giustizia divina. Tu, giusto e innocente, ti sostituisci a tutta l’umanità peccatrice…
O Gesù, che io mi umilii con te, riconoscendo la mia qualità di peccatore, e rinnovi la rinuncia al peccato già fatta. nel battesimo. (C. Marmion, Cristo nei suoi misteri 9, p 152‑4)
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da “Intimità divina”
Roma 1992