Preghiere 77


17 marzo – Quar.25 – Chi si umilia….
O Signore, tu salvi la gente umile, mentre umilii gli occhi alteri» (Salmo 18, 28).

• C’è chi è debole e invoca aiuto, chi è privo di beni e ricco di miseria; eppure il Signore lo guarda con benevolenza, lo solleva dal suo avvilimento e lo fa stare a testa alta, sì che molti ne stupiscono.
(Ecclesiaste 3, 18-20.24; 11, 12‑13).

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• O Signore, che cosa ho meritato di buono, io peccatore? Che cosa ho meritato di buono, io iniquo? Un Adamo discende dall’altro, e in ogni Adamo, spuntano peccati. Sono figlio di Adamo… e con la mia malavita ho aggiunte colpe alla colpa di Adamo. Che cosa meritavo di buono, io che ero un altro Adamo? Eppure tu misericordioso mi hai amato, non perché io fossi già bello, ma per farmi bello (In Ps, 132, 10).
Se cerco ciò che io ho di mio, trovo il peccato. Se cerco ciò che io ho di mio, trovo la menzogna. Tolto il peccato, tutto il resto che scorgerò in me, è tuo (Sr 32, 10).
Non a me, o Signore, non a me, ma al tuo nome darò gloria. Dammi vita per amore del tuo nome: secondo la tua giustizia e non secondo la mia; non perché l’abbia meritato io, ma perché tu sei misericordioso. Se io volessi far mostra del mio merito, altro da te non meriterei che l’estrema condanna. Tu mi hai strappato i pretesi meriti miei e innestato i doni tuoi (In Ps 142, 18).
(S. Agostino)

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• O Re del cielo, non vi è regina che più ti obblighi alla resa quanto l’umiltà. Dal cielo essa ti fece discendere nel seno della Vergine e per essa… noi ti attiriamo nell’anima. Perciò più ti possederà chi sarà più radicato nell’umiltà, e meno chi in questa virtù farà difetto.
(S. Teresa di Gesù, Cammino 16, 2).

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da “Intimità divina”
Roma 1992

Alle orazioni de' superbi resiste, e non le ascolta; ma agli umili non sa negare qualunque grazia che gli domandano. L'orazione di chi si umilia entra da sé nel cielo, senza bisogno di chi l'introduca; e non si parte senza ottenere da Dio ciò che desidera (S. Alfonso).