11 marzo – Quar.19 – La mia è Casa di orazione.
A te voglio cantare davanti agli angeli, mi prostro verso il tuo tempio santo. Rendo grazie al tuo nome (Salmo 137, 2).
• Nessuna ingiuria, nessuna clamorosa condanna riuscì a distoglierti dalla via segnata dalla tua volontà, o Signore misericordioso, che restauravi ciò che era perduto e precipitato nella rovina.
Così era offerta a Dio per la salvezza del mondo la vittima singolare, e la tua uccisione, o Cristo vero agnello, preannunciata lungo tutti i secoli, trasportava i figli della promessa nella libertà dei figli di Dio. La Nuova Alleanza veniva ratificata e col tuo sangue, o Cristo, erano messi in scritto gli eredi del regno eterno.
Tu, Pontefice sommo, facevi il tuo ingresso nel santo dei santi e, sacerdote immacolato, mediante l’involucro della tua carne, entravi a propiziare Dio… Allora avvenne il passaggio dalla legge al Vangelo, dalla sinagoga alla Chiesa, dai molti sacrifici all’unica vittima (Sr 68, 3 ).
« Ciò che era antico è passato, ecco il nuovo è sorto »: per mezzo tuo, o Cristo, e insieme a te la comunanza nella passione e nella risurrezione eterna è unica per tutti quelli che credono in te e sono rinati nello Spirito Santo, secondo quanto dice l’Apostolo: « Voi siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio. Quando Cristo, la vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi sarete con lui manifestati nella gloria » (Sr 69, 4).
(S. Leone Magno)
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da “Intimità divina”
Roma 1992