Preghiere 56

25 febbraio – Quar.4 – Chiamati a penitenza.
«Tu, Signore, sei buono e facile al perdono; ricco di misericordia per
quanti ti invocano» (Salmo  86, 5).

• Porgi, o Signore, il tuo orecchio; rispondimi, perché io sono misero e povero. Custodisci l’anima mia, perché sono pio; salva il tuo servo che confida in te.
Abbi pietà di me, o Signore, perché ti invoco tutto il giorno.
Rallegra l’anima del tuo servo, Signore, perché innalzo la mia anima a te. Sì, tu Signore, sei buono e facile al perdono, ricco di misericordia per quanti ti invocano.  Porgi, Signore, l’orecchio alla mia preghiera; ascolta la voce della mia supplica.
(Salmo 86, 1‑5).

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• O Signore dell’anima mia e mio unico Bene, perché non vuoi che appena l’anima si determina ad amarti e fa il possibile per staccarsi da tutto onde servirti, non abbia subito la consolazione di vedersi in possesso del vero amore perfetto?
Ma ho detto male; dovevo dire lamentandomi: perché non vogliamo noi? Sì, la colpa è nostra se non arriviamo subito a tanto onore!… Se possedessimo perfettamente il tuo amore, avremmo insieme ogni sorta di beni.
Ma noi, o Signore, siamo così avari e così lenti nel darci a te, che non ci determiniamo mai a metterci nelle disposizioni per riceverlo… Se questo tesoro non ci vien dato in una volta, è perché neppure noi, o Signore, ci diamo del tutto a te…
O mio Dio, usami la grande misericordia di aiutarmi a risolvermi e dammi il coraggio di procurarmi questo bene con tutte le mie forze. Se persevero, tu, che non neghi a nessuno il tuo aiuto, andrai fortificando il mio coraggio sino a farmi uscire con vittoria…
Sono persuasa che, se con la tua grazia, mi sforzo di arrivare alla vetta della perfezione, entrerò in cielo non già da sola, ma portandomi dietro molta gente, come buon capitano, a cui tu, o Signore, abbia affidato un forte esercito… Ma per non tornare indietro, ho bisogno di non poco coraggio e del tuo specialissimo aiuto.
(S. Teresa di Gesù, Vita 11, 1‑4).

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da “Intimità divina”
Roma 1992

Ah mio Dio, tu sei il mio Signore, ed io ti ho perduto il rispetto! Tu sei bontà infinita, ed io ti ho voltate le spalle! Tu sei degno d'infinito amore e mi hai tanto amato, ed io ti ho negato il mio amore. Tu mi hai detto che non sai disprezzare un cuore che si umilia e si pente; ecco mi abbraccio pentito alla tua croce, e mi pento con tutto il cuore di averti disprezzato; ricevimi nella tua grazia per quel sangue che hai sparso per me (S. Alfonso).