17 dicembre = Il deserto
Guidami nella tua verità e ammaestrami, perché tu sei il Dio della mia salvezza (Sal 25, 5).
• Signore, ove abiti? – Io non dimoro, figlio, lontano da te, io dimoro infinitamente più vicino a te di quel che tu non pensi: io mi chiamo l’ Ospite ignorato, io dimoro dentro di te; cercami in purezza di spirito, e tu mi troverai.
– Signore, e come posso io entrare in me in purezza, ché sono tutto aperto nei sensi e versato nell’esteriore? – Seguimi, vieni dietro a me… verso la insonne preghiera, verso il deserto ove non è né tana, né nido, verso il battesimo della Croce e tu troverai la dimora interiore ove io vivo nascosto in te: perché solo seguendo me puoi entrare in te.
(G. Canovai, Suscipe Domine p 335)
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• Sono certo, mio Dio, che verrà un giorno, lontano o vicino poco importa, in cui potrò avere esaurito tutte le mie gioie mondane. Tu solo, mio Signore, sei il cibo capace di saziarmi per l’eternità…
Alla tua presenza scorrono torrenti di delizia: chi ne avrà bevuto una volta, non sarà più capace di allontanarsene. Tale è la mia eredità, Signore, ora e sempre.
Quanto sono lontano, mio Dio, dall’agire in conformità a questa teoria che conosco tanto bene! Il mio cuore si perde dietro ad ombre vane, lo riconosco. Sembra quasi che io preferisca ogni altra cosa all’unione con te; sono sempre disposto ad allontanarmi e spesso anche la preghiera mi è difficile; non c’è neppure una distrazione che io non preferisca al pensiero di te.
Dammi la grazia, o Padre, di arrossire di questa mia ripugnanza. Scuotimi dallo stato di indolenza e di freddezza in cui mi trovo e dammi la forza di aspirare a te con tutto il mio cuore.
Insegnami l’amore alla meditazione, alla lettura spirituale, alla preghiera. Insegnami ad amare fin d’ora ciò che per tutta l’eternità dovrà avvincere a sé il mio spirito.
(J. H. Newman, Maturità cristiana p 306‑7)
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da “Intimità divina”
Roma 1992