13 dicembre = In cerca di Dio
Signore, si rallegrino e gioiscano in te quanti ti cercano (Sal 70, 5).
• O anima bellissima fra tutte le creature, che desideri tanto conoscere il luogo dove si trova il tuo Diletto per trovarlo e unirti con lui! Ormai ti è stato detto che tu stessa sei il luogo in cui egli dimora e il nascondiglio dove si cela.
Mi posso dunque rallegrare sapendo che tu, Dio mio, mio unico bene e intera mia speranza sei così vicino a me da abitare dentro di me o, per dire meglio, che io non posso stare senza di te…
Che cosa voglio di più e perché cerco ancora fuori di me, dal momento che ho in me le mie ricchezze, i miei diletti, la mia soddisfazione e il mio regno, cioè ho l’Amato che desidero e bramo? Con te, Dio mio, gioisco e mi rallegro nel mio raccoglimento interiore…! Qui ti desidero, ti adoro, senza andare a cercarti altrove, poiché mi distrarrei, mi stancherei senza poterti trovare né godere con maggiore certezza , e celerità, né averti più vicino che dentro di me.
(S. Giovanni della Croce, Cantico 1, 7‑8)
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• Un’anima che discute sul proprio io, che si occupa delle sue sensibilità, che tien dietro ad un pensiero inutile, ad un qualunque desiderio, quell’anima disperde le sue forze, non è tutta ordinata a te, o Dio…
La sua lira non vibra all’unisono, e quando il Maestro la tocca, non può cavarne armonie divine. Vi è ancora troppo d’umano, è come stonata. L’anima che conserva ancora qualche cosa nel suo dominio interiore, le cui potenze non sono tutte « incluse » in Dio, non può essere una perfetta lode di gloria…
Infatti non regna in lei l’unità e, invece di continuare la sua lode attraverso tutte le cose nella semplicità, è costretta a rimettere insieme incessantemente le corde del suo strumento che si allentano da ogni parte. Com’è indispensabile questa bella unità interiore all’anima che vuol vivere quaggiù la vita dei Beati, cioè degli esseri semplici, degli spiriti!
(Elisabetta della Trinità, 2 Ritiro)
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da “Intimità divina”
Roma 1992