14 novembre = La nube oscura e luminosa
Sii tu, o Signore, mio riparo di giorno e mia luce celeste di notte (Sap 10, 17).
• O parola del Signore, o Verbo di Dio!… Tu stesso e non altri vieni con noi, e dirigi tutti i nostri passi: comanda tu il nostro posare e le nostre marce; fa’ che noi riposiamo e camminiamo con te. Quando tu riposerai in mezzo a noi, noi pure riposeremo vigilanti nella preghiera, nello studio delle tue parole e nell’aspettazione dei tuoi voleri; quando in mezzo a noi ti muoverai, ci muoveremo teco anche noi, nulla temendo sotto la tua scorta e la tua condotta. Anzi, tu sia quello, o Verbo di Dio, che quando ci comandi la quiete ce la faccia altresì amare ed eleggere; e quando ci comandi di sorgere e metterci in moto, ci renda pronti e lesti e robustissimi alle fatiche del viaggio…
A noi non basta che tu ci accenni e ci mostri il tuo volere, come al popolo ebreo; ma aspettiamo di più da te, che operi in noi tutto quello che ci accenni e ci mostri e comandi; altrimenti, tu dovrai purtroppo far di noi quei lamenti che facesti del tuo popolo antico e forse più gravi ancora…
Ché nulla di più ti puoi aspettare da noi, ma noi molto più aspettiamo da te; poiché tu non sei solo la Parola della legge, cioè la Via per la quale dobbiamo andare, ma sei ancora la Verità che adempie la legge, e la Vita che ne premia l’adempimento; non sei l’antica colonna di nube tenebrosa e raggiante, ma sei il Verbo fatto nostra carne per nostro amore.
(A. Rosmini, Discorsi sulla carità p 93‑100).
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• Oh! quando verrà quel tempo felice in cui verrò a te, Dio mio, senza distogliermi con riflessioni e distinzioni sulle cose create; in cui le creature non turberanno né intralceranno la mia unione con te, e io senza lasciarmi abbattere da alcuna cosa verrò a te con semplicità, sempre e in tutto?… Che io miri a te, mio Dio, perché tu sei la mia vita, l’unica vita; a te con fede viva, umile e inconcussa…
Quando infine, o Signore, farai tutto in me?… cioè, quando la mia volontà, il mio pensiero, la mia azione, la mia preghiera saranno una cosa sola con la tua volontà, il tuo pensiero, la tua azione, la tua preghiera?… quando sarai tu il mio principio vivente ed io soltanto uno strumento… da te vivificato? Allora non vivrò più io, bensì tu in me.
E vivendo in me, Signore, tu stesso farai l’opera tua, poiché la tua grazia onnipotente mi sosterrà per vincere in tutto e sempre la natura. Questa è la sola grazia che ambisco quaggiù e l’unica cui anelo! Salire da ogni cosa a te senza indugiarmi in nulla né in me stessa.
(B. M. Teresa de Soubiran, p 85‑86).
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da “Intimità divina”
Roma 1992