18 settembre = Perdersi per salvarsi
Signore, che io non mi conformi alla mentalità di questo secolo, ma rinnovi la mia mente secondo il tuo volere (Rm 12, 2).
• È arduo, Signore, prendere la croce, esporre l’anima ai rischi e il corpo alla morte; è arduo rinunciare a ciò che si è…
Appare difficile a noi uomini acquistare una speranza a prezzo di pericoli e conquistarsi un profitto futuro con danno dei beni presenti. Ma tu, o Maestro buono e umano, affinché nessuno sia affranto dalla disperazione o dal rilassamento ‑ poiché il dolce fascino della vita terrena intenerisce spesso anche uno spirito retto e costante ‑ prometti ai tuoi fedeli una sicura continuità di vita… Ma nessuno può sfuggire alla morte se non segue la vita.
La mia vita, o Cristo, sei tu, vita che non conosce il morire… Concedimi dunque di stare dove sei tu… Fa’ che riposi non in terra, ma sul tuo petto; che non mi allettino le cose della terra, ma che al contrario sappia calpestarle con la forza dell’animo. La terra abbia paura di me e non mi domini; la carne tema la potenza della mia anima e, sconfitta, si assoggetti ad essa… O Cristo, che io ti contempli trionfante sulla croce…; che sappia vedere nella croce [non uno scandalo o una follia] ma un trionfo.
(S. Ambrogio, Commento Vang. S. Luca VII, 1‑2 . 5)
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• O mio Salvatore, rendimi sollecito e avido nel cercare la perla della divina sapienza, almeno con la stessa diligenza con cui gli uomini cercano un qualche tesoro e accumulano il denaro, poiché tu prometti che se la cercherò in questo modo la troverò…
O carità preziosissima, o unione d’amore eccellentissima, o Dio amabilissimo che ti chiami carità e sei perla di valore infinito, uno in essenza quantunque trino in persone, e tanto amico dell’unità che tutti quelli che si uniscono e si avvicinano a te li rendi uno spirito con te, scoprimi quest’unica e preziosa perla, affezionami ad essa e dammene il possesso.
Ecco, io ti offro per lei quanto ho, e se avessi di più, più ti darei, perché tutto è poco rispetto a quello che ella vale. Dammela, Signore, per grazia, affinché io ti serva gratuitamente non per interesse, ma per puro amore.
(L. Da Ponte, Meditazioni III, 47, 2‑3).
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da “Intimità divina”
Roma 1992