16 settembre = Il Figlio dell’uomo deve molto soffrire – XXIV Dom. TO
Il Signore mi assiste, per questo non resto confuso (Is 50, 7).
• Ti glorifichiamo, Padre, perché Gesù ci ha insegnato la strada che, mediante l’abnegazione, porta alla vita. Con il suo esempio ci ha indicato la via ardua della sequela; lui che è stato il primo nel dare la vita per guadagnarla definitivamente. Ti chiediamo, Signore, di far nostri i suoi criteri e i suoi atteggiamenti per liberarci del nostro egoismo, e comprendere che la vera libertà è la capacità di amare gli altri, dimenticando noi stessi. (Filippo Rappa, ssp.)
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• O figli di Dio, trasformiamoci insieme nel Dio Uomo passionato, che ci mostrò tanto amore da morire per noi in modo sì ignominioso e doloroso e amaro. E solo per l’amore che portò a noi!
O Dio Uomo, fa’ che possiamo considerare quanto tu ci amasti puramente e fedelmente; senza misura, offrendo interamente te stesso per nostro amore. Questa purezza di amore e fedeltà umilissima, tu vuoi che ti sia in qualche modo corrisposta dai tuoi figli. Rendici dunque costanti a te fedelissimo.
O Dio Uomo, che hai conosciuto tutti i tormenti, tu ci amasti di amore tutto puro, schietto e fedele e ci hai resa chiarissima testimonianza con la tua nascita, con la tua vita e la tua morte. Ma per la nostra infedeltà dimentichiamo che per noi nascesti povero, nel dolore e nel disprezzo. E la tua morte, pure tanto misera e bassa, sommamente dolorosa, vilipesa e ignominiosa, non ci fa continuamente morti del tutto.
Chi di noi corrisponde a così fedele e divina fedeltà con una pur piccola ma viva e continua fede? Purtroppo ognuno di noi, quasi non lo riconoscesse stretto dovere, è pronto a gettare indietro ogni peso. O Dio Uomo penato, che tanto ci fosti fedele, dacci di essere tutti fedeli a te.
cf B. Angela da Foligno, Il libro della B. Angela 11, p 125‑6
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da “Intimità divina”
Roma 1992