4 luglio – A dialogo con il Padre
Signore, ti tengo sempre davanti ai miei occhi; tu mi mostrerai il sentiero della vita (Salmo 16, 8.11).
• « Ascolterò che cosa dice il Signore Iddio all’anima mia “
Beata l’anima che ti ascolta, o Signore, quando le parli dentro e dalla tua bocca. riceve parole di consolazione!
Beato l’orecchio che sta attento al dolce mormorio delle celesti ispirazioni ed è sordo al mormorio del mondo! Beato l’orecchio che ode non le voci terrene, ma la Verità che parla e ammaestra interiormente! Beati gli occhi che si chiudono alle cose esteriori, attenti soltanto a quelle spirituali!
Beati coloro che si raccolgono profondamente e che esercitandosi quotidianamente cercano di rendersi sempre più degni di intendere i celesti arcani!
(Imitazione di Cristo III, 1,1).
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• Tutta la mia vita sia tua, o Signore: ti offro decisamente tutto me stesso. Tutto il mio spirito, tutto il mio cuore, tutto il mio corpo, tutta la mia vita viva a te, vita mia, poiché tutto mi liberasti per potermi possedere tutto, tutto mi rifacesti per riavermi tutto.
Ti amerò dunque, o Signore, mia virtù, ti amerò ineffabile mia esultanza, e vivrà non a me, ma a te l’intera mia vita, che periva nella mia miseria e che è risuscitata nella tua misericordia, o Dio misericordioso che sei prodigo dei tuoi beni verso quelli che amano il tuo nome.
Perciò, Signore Dio mio, santificatore mio, mi comandasti nella tua legge di amarti con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente, con tutte le mie forze e fin dalle profondità del mio cuore, ogni ora ed ogni momento in cui fruisco dei doni della tua misericordia…
Siccome non c’è ora né istante in tutta la mia vita in cui :rlon sia sostenuto dai tuoi benefici, così non ci deve essere momento alcuno in cui io non debba averti davanti agli occhi nella mia memoria e non debba amarti con tutte le mie forze. Ma io non basto a tanto se tu non mi aiuti, ‑poiché tuo è ogni dono buono, ed ogni dono ottimo scende dal Padre dei lumi, presso il quale non c’è cambiamento, né ombra di vicissitudine. Infatti l’amarti, o Signore, non è né di chi vuole né di chi si affanna, ma di coloro ai quali tu usi misericordia. Tuo è questo dono, Signore, poiché ogni bene viene da te. Mi comandi di amarti: dammi quello che comandi e comanda ciò che vuoi.
(S Agostino, Soliloqui 18)
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da “Intimità divina”
Roma 1992