2 luglio – Sono sempre con te
Dio, Dio mio, … l’anima mia si stringe a te per seguirti; la tua destra mi sostiene (Sl 63, 2. 9).
• O Dio, tu mi sei continuamente presente con tutto il tuo amore, tutta la tua tenerezza e la tua potenza divina e io non lo sapevo! Io, che ho tanta paura di stare sola, non ló sono mai.
La tua onnipotenza e il tuo amore, o mio Dio, mi proteggono, ani circondano senza posa, con delicatezza; tu mi ami con un amore che vuol comunicarsi, abbassarsi fino all’oggetto amato per poi elevarlo fino a te, preservarlo da ogni male e colmarlo dei tuoi beni.
Che indelicatezza, che debolezza dubitare di quest’amore a causa delle proprie preoccupazioni, e che ardire ad un tempo! O Dio, fortifcami contro la mia debolezza!
(B. M. Teresa de Soubiran p 248).
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• È a noi tutti, mio Dio, che tu dici come ad Abramo: « Cammina alla mia presenza e sii perfetto » . Stare alla tua presenza è il mezzo, la causa; essere perfetto è il risultato, l’effetto, il fine.
« Siate perfetti come il Padre vostro celeste è perfetto » … Tu ci dici di essere perfetti e nello stesso tempo ci mostri il mezzo per diventarlo, che è quello di stare incessantemente alla tua presenza… Quando si è sotto gli occhi di chi si ama si può fare diversamente che tendere, con tutte le potenze del proprio essere, a piacergli in tutto?…
E in tutti i momenti della nostra vita noi siamo sotto i tuoi occhi, o mio Dio, assai più vicini, assai più intimamente di quanto possiamo esserlo con qualsiasi essere umano nel colloquio più intimo…
Tu, non soltanto sei vicino a noi, sei intorno a noi e sei in noi; tu ci avvolgi e ci riempi; tu non solo conosci le nostre parole e le nostre azioni, ma anche i nostri più segreti e più fuggevoli pensieri…
O mio Dio, fammi pensare senza sosta a questa verità benedetta: se un momento solo della compagnia di chi si ama appare così dolce e ha più valore della terra intera… qual è allora la nostra infinita felicità quando noi in tutti i momenti della vita godiamo della tua presenza?
O mio Dio, fammi sentire questa presenza, fammi godere di essa, pensarci incessantemente e, grazie ad essa, essere perfetto!
(C. De Foucauld, Meditazioni sull’A.TOp. sp. p 60‑1)
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da “Intimità divina”
Roma 1992