Preghiere 121

  30 aprile – Tempo Pasquale 23 – Maria guida e modello
O Maria, chi trova te, trova la vita e ottiene il beneplacito del Signore (Pr 8, 35)

• O Maria, tu sei la stella splendente… elevata sul mare maestoso e immenso della vita, dardeggiante di meriti e lucente di esempi.
Quando, nell’instabilità continua della vita presente, mi accorgo di essere sballottato tra le tempeste senza punto sicuro dove appoggiarmi, tengo ben fisso lo sguardo al fulgore della tua stella per non essere spazzato via dagli uragani.
Se insorgono i venti delle tentazioni e urto tra gli scogli delle tribolazioni, guardo alla stella e invoco te, Maria.
Se sono spinto qua e là dalle onde della superbia, dell’ambizione, della calunnia, dell’emulazione, guardo la stella e invoco te, Maria.
Se l’ira, l’avarizia, la concupiscenza della carne squassano la navicella del mio spirito, guardo a te, Maria.
Se, turbato per l’enormità dei miei delitti, confuso per il fetore della mia coscienza, atterrito per l’orrore del giudizio di Dio, comincio a precipitare nel baratro della tristezza e nell’abisso della disperazione, penso a te, Maria. Nei pericoli, nelle angustie, nelle perplessità, a te penso, Maria, te invoco.
O Maria, sii sempre nella mia bocca e nel mio cuore; e, per impetrare il soccorso della tua preghiera non dimentico i tuoi insegnamenti.
Seguendo i tuoi esempi non mi smarrirò; invocandoti non perderò la speranza; pensando a te non cadrò nell’errore.
Appoggiato a te non scivolerò; sotto la tua protezione non avrò paura di niente; con la tua guida, non mi stancherò; per il tuo beneplacito giungerò a destinazione; e così sperimenterò in me stesso ciò che significa il tuo nome, o Maria.
(S. Bernardo, Super « Missus » 2, 17).

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• Vergine piena di grazia, io so bene che a Nazaret vivesti poveramente, senza chiedere nulla di più; né estasi, né miracoli, né rapimenti abbellirono la tua vita, o Regina degli eletti. I poveri, gli umili sono tanti su questa terra; essi possono alzare gli occhi a te senza timore. Tu sei l’incomparabile madre che va con loro per la strada comune, per guidarli al cielo.
Voglio vivere con te, Madre diletta, in questo crudo esilio, e seguirti ogni giorno. Mi tuffo rapita nella tua contemplazione e scopro gli abissi d’amore del tuo cuore! Tutti i miei timori svaniscono nel tuo sguardo materno, che m’insegna a piangere e a gioire.
(S. Teresa di Gesù B., Poesie 34, 17‑18)

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da “Intimità divina”
Roma 1992

Madre mia santissima, avesti ragione di dire che la tua gioia era riposta in Dio: Il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore (Lc 1,47). Infatti in questo mondo non ambivi e non amavi altro bene che Dio (S. Alfonso).