24 aprile – Tempo Pasquale 17 – Pregare nel raccoglimento
O Signore, sei tu il mio bene nessun altro fuori di te (Salmo 16, 2).
• O Verbo Figlio di Dio, tu mi fai sapere che insieme col Padre e con lo Spirito Santo te ne stai nascosto nell’interno dell’anima mia. Qui dunque voglio trovarti, ritirandomi in sommo raccoglimento dentro di me.
Orsù, anima mia, poiché il tuo Sposo amato è il tesoro nascosto nel tuo campo, per il quale tesoro l’astuto mercante vendette tutti i suoi beni (Mt 13, 44), è necessario che tu, per trovarlo, dimenticando tutte le cose e allontanandoti da tutte le creature, ti rifugi nel tuo nascondiglio interiore e serrata la porta dietro di te (Mt 6, 6), vale a dire chiusa la volontà a tutte le cose, preghi nel segreto il Padre tuo.
Fa’, o Signore, che rimanendo così nascosto con te, ti possa amare, godere e dilettarmi con te in maniera superiore ad ogni espressione e sentimento umano.
(cf S. Giovanni della Croce, Cantico 1, 6.9).
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• O Signore, concedimi la grazia di sapermi raccogliere nel piccolo cielo dell’anima mia dove tu abiti. Qui, o Maestro divino, ti fai sentire più presto che altrove e prepari più prontamente l’anima ad entrare nella tua intimità.
L’anima allora intende che tutte le cose del mondo non sono che un gioco e sembra che d’improvviso s’innalzi sopra tutto il creato e se ne vada, simile a colui che, per sottrarsi ai colpi di un nemico, si rifugia in una fortezza.
O Signore, che io faccia ogni sforzo per raccogliermi in me stessa; allora camminerò molto in poco tempo, sarò libera da tanti pericoli e il tuo amore si accenderà in me più facilmente. Essendo vicina a te che ne sei il focolare, basterà un minimo soffio e la più piccola scintilla per infiammarmi.
(cf S. Teresa di Gesù, Cammino 28, 4‑8).
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• Mi sembra di aver trovato il mio cielo sulla terra perché il cielo sei tu, Dio mio, e tu sei nell’anima mia.
« Tu in me e io in te », sia questo il mio motto. Che gioioso mistero la tua presenza dentro di me, in questo intimo santuario della mia anima dove sempre ti posso trovare, anche quando non avverto più sensibilmente la tua presenza! Che importa il sentimento? Forse tu sei anche più vicino quando meno lo sento. È qui, nel fondo dell’anima, che amo cercarti. Non voglio lasciarti mai solo, che la mia vita sia una continua preghiera.
Elisabetta della Trinita, Lettere 107; 45.
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da “Intimità divina”
Roma 1992