Preghiere 103

  12 aprile – Tempo di Pasqua 5 – In mezzo ai suoi
Il Signore è davvero risorto. A lui la gloria e la potenza nei secoli!
(Lc 24, 34; Ap 1, 6).

• O Signore, vieni nell’anima mia e di’ alle mie potenze e ai miei sensi: “ La pace sia con voi ». Dammi, Signore, la pace che il mondo non mi può dare; metti pace tra la mia carne e il mio spirito, fra le mie potenze interne e quelle esterne; pacificami col Padre tuo e con i miei fratelli.
O Signore, di’ all’anima mia: « Sono io; non temere », perché se tu sei con me, cade ogni timore.
Ti ringrazio, Maestro sovrano, per il grande favore che hai fatto ai tuoi discepoli e per mezzo loro a tutti noi. Tu stesso ti sei dato a vedere e a toccare, comunicando ad essi la vita e il gaudio. Beato chi ha potuto trovarsi presente a quella felice riunione: ha potuto vedere la tua bellezza, udire la tua voce e toccare le tue preziose piaghe. O Gesù dolce, mi presento in spirito davanti a te, adoro la tua sovrana maestà, e prostrato mi accosto a baciare le tue preziosissime piaghe pieno di fiducia che esse saneranno le mie.
Infine, o Signore, ti supplico di svelare anche a me, come ai tuoi discepoli, i segreti delle Sacre Scritture. Confesso che per i miei peccati sono incapace di comprenderli; ma ricordati che per i meriti della tua passione, tu apristi il libro suggellato con sette sigilli. Apri, Signore, per me il libro dei tuoi misteri e apri la mia intelligenza perché possa intenderli ed essere tutto infiammato nel fuoco del tuo amore.
(cf L. Da Ponte, Meditazioni V, 8, 2‑4)

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• Stendendo le tue mani sulla Croce, o Cristo, tu hai riempito il mondo della tenerezza del Padre.
Per questo noi intoniamo un canto di vittoria.
La morte, al tuo cenno, o Signore della vita, ti si è avvicinata con paura, come una schiava, e per mezzo di lei tu ci hai conquistato la vita senza fine e la risurrezione.
(Liturgia bizantina, Canone della Risurrezione, da Liturgia ‑ CAL 30).

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da “Intimità divina”
Roma 1992

Eterno Padre, fiducioso nei meriti e nelle promesse di Gesù Cristo, non ti domando beni terreni, ma soltanto la tua grazia. Perciò perdonami, per amore del Figlio tuo. Dammi un grande dolore dei miei peccati e un grande amore verso di te. Dammi luce per conoscere la tua bontà e l’amore che mi hai portato fin dall’eternità (S. Alfonso).