3 Quaresima, venerdì – Rinuncia e distacco.
O Signore, liberami da questi lacci perché tu sei il mio rifugio (Salmo 31, 5).
• Signore, guardando le nostre miserie e la promessa della guarigione, subito rispondiamo: Eccoci a te, perché tu sei il Signore Dio nostro…
Siamo stati chiamati e abbiamo risposto: Eccoci a te. E mostreremo coi fatti che, avendo promesso di essere tuoi, non ci sottomettiamo a nessun altro tranne che a te, e diciamo: Perché tu, Signore, sei il nostro Dio. E infatti non riconosciamo nessun altro dio: non il ventre, come gli ingordi il cui dio è il ventre. Non il denaro, come gli avari, perché l’avarizia è idolatria. Nessun’altra cosa divinizziamo e adoriamo per Dio, come fanno molti; tu, o Dio, sei al di sopra di tutti, per tutti, in tutti e noi siamo legati con la carità che ci unisce a te. Sì, la carità ci unisce a Dio. Diciamo ancora: Eccoci a te, perché tu, Signore, sei nostro Dio.
(Origene, da Preghiere dei primi cristiani 64).
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• È assai lacrimevole, o Signore, che anime a cui tu ti sei tanto avvicinato, ti abbandonino per tornare alle cose del mondo ed attaccarsi ad esse…
Se non ci diamo a te così generosamente come tu ti dai a noi, sarà fin troppo se ci lascerai nell’orazione mentale, visitandoci soltanto di quando in quando, come si conviene ad operai che lavorano nella tua vigna.
Gli altri, invece, [coloro che sono distaccati da tutto] sono i tuoi figli prediletti, dal cui fianco non vuoi più distaccarti, come neppure essi vogliono distaccarsi da te. Li fai sedere alla tua mensa, dai loro da mangiare il tuo stesso cibo…
Oh, felicissimo il distacco da queste cose basse e periture, se per esso ci innalziamo a tale stato!
Tu ci ami, Signore! Ami chi ti ama, e non di un amore da poco. E perché non ti ameremo noi con tutte le nostre forze? Felicissimo cambio è darti il nostro amore per avere il tuo! Tu puoi tutto, mentre noi non possiamo se non quello di cui tu ci fai capaci.
E che cos’è infine quello che sappiamo fare per te, nostro Signore e Creatore? Qualche piccola risoluzione che in realtà è un niente. Ma se tu vuoi che col niente guadagniamo il Tutto, non siamo noi così sconsiderate da non volerti ascoltare!
(S. Teresa di Gesù, Cammino 16, 8‑10)
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da “Intimità divina”
Roma 1992