3 Quaresima, giovedì – Con Cristo obbediente.
O Signore, che io possa seguire te «obbediente fino alla morte e alla morte di croce» (Fil 2, 8).
• Amo contemplare, o Cristo, la tua carità obbediente, il purissimo atto interiore assolutamente libero, perfettamente spontaneo con cui ti sei offerto ad obbedire, a deporre la tua vita e a riprenderla perché questo era il comandamento del Padre…
La tua carità e la tua obbedienza mi raggiungono per farmi partecipe della tua morte e della tua risurrezione, e l’anima mia scompare sommersa sotto questo oceano di carità, consumata nella tua obbedienza che sento farsi mia entro di me, che sento farsi la mia obbedienza presa, rapita nella tua offerta, Maestro, e io mi perdo in te.
O mio Cristo, o carità obbedienza, e obbedienza viva… e che dirò? Rapiscimi, o Cristo, nella tua obbedienza come una foglia nel turbine… che io scompaia in te.
Depongo in te la mia vita perché sia offerta nella tua obbedienza e sia ritrovata con te nell’altare eterno ove l’Angelo santo tuo porta il tuo Sacrificio.
(G. Canovai, Suscipe Domine p 299).
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• O Signore, come son diverse le tue vie dalle nostre grossolane immaginazioni! Come è vero che da un’anima già risoluta ad amarti e tutta rimessa nelle tue mani, tu non vuoi altro che obbedisca, di null’altro bramosa che di desiderare e cercare quanto più sia di tua gloria!
Siccome la sua volontà è uniformata alla tua, non ha bisogno di cercare né di scegliersi altra strada, perché questa cura, Signore, te la prendi tu e la guidi per il cammino che le è più vantaggioso.
Anche se il superiore non avesse a cuore il nostro profitto spirituale… tu, o mio Dio, vi provvederesti ugualmente, disponendo in tal modo le anime e le occupazioni nostre da trovarci in seguito, senza saperne la maniera, così avanzati nello spirito e con tanto profitto da rimanercene meravigliati.
(S. Teresa di Gesù, Fondazioni 5, 6).
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da “Intimità divina”
Roma 1992