3ª settim. Avvento – sabato – Il Verbo si è fatto carne
O Emmanuele, re e legislatore nostro, vieni a salvarci, Signore, Dio nostro! (Lez).
· O alta ed eterna Trinità… noi siamo alberi di morte e tu sei albero di vita. O Deità eterna, che cos’è vedere nel lume tuo l’albero puro della tua creatura, la quale hai tratta da te, somma purità, con pura innocenza, e l’hai unita e piantata nell’umanità, la quale tu formasti col limo della terra! …
Ma questo albero di vita si partì dall’innocenza, per la disobbedienza cadde e da albero di vita divenne albero di morte. Onde non produceva frutti altro che di morte. Per la qual cosa tu, alta ed eterna Trinità, come ebbro d’amore e pazzo della tua creatura, vedendo che questo albero non poteva fare frutto altro che di morte, perché era separato da te, vita, gli desti il rimedio con quel medesimo amore col quale l’avevi creato, innestando la tua divinità nell’albero morto della nostra umanità.
O dolce e soave innesto! Tu somma dolcezza, ti sei degnato di unirti con la nostra amaritudine; tu splendore, con le tenebre; tu sapienza, con la stoltezza; tu vita, con la morte; tu infinito, con noi finiti! Chi ti costrinse a questo per rendergli la vita, avendoti la tua creatura fatta tanta ingiuria? Solamente l’amore,… onde per questo innesto si dissolve la morte.
(S. Caterina da Siena, Preghiere ed Elevazioni p 110‑12)
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• O Verbo divino… io ti amo. Tu mi attiri, sei tu che, slanciandoti verso la terra dell’esilio, hai voluto soffrire e morire per attirare le anime fino al seno dell’intimità eterna della santissima Trinità, sei tu che, risalendo verso la Luce inaccessibile ove soggiornerai sempre, resti pur sempre nella valle delle lacrime, nascosto entro l’aspetto di un’ Ostia bianca… Tu vuoi nutrire della tua sostanza divina me, povero esserino, che rientrerei nel nulla se il tuo sguardo divino non mi desse la vita minuto per minuto.
O Gesù, lasciami dire, nell’eccesso della mia riconoscenza, lasciami dire che il tuo amore arriva fino alla follia… Come vuoi che, dinanzi a questa follia, il mio cuore non si slanci verso di te? Come potrebbe aver limiti la mia fiducia?
(S. Teresa di Gesù B., Scritto Autobiografico B 263).
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da “Intimità divina”
Roma 1992