3ª settim. Avvento – Venerdì – Il grande Mistero
O Re delle genti e pietra angolare della Chiesa, vieni e salva l’uomo che formasti dal fango (Lez).
• Mio Dio: fammi degna di conoscere l’altissimo mistero che operò l’ineffabile carità tua ardentissima, dispensata dalla stessa Trinità: il mistero della tua santissima Incarnazione, che facesti per noi e fu l’inizio della nostra salvezza.
Questa Incarnazione opera due cose in noi: la prima è che ci riempie di amore; la seconda, che ci fa certi della nostra salute.
Oh! incomprensibile carità! Non v’è maggiore carità di questa: il mio Dio si è fatto carne, per farmi Dio. O amore sviscerato! Per rinnovarmi ti diminuisti, quando ricevesti la nostra forma; tuttavia non ti disfacesti in modo che qualche cosa venisse a mancare a te e alla tua Divinità, ma l’abisso della tua Concezione mi fa dire queste parole…
O Incomprensibile, fatto comprensibile! O Increato, fatto creatura! O Inconcepibile, divenuto concepibile! O Impalpabile, puoi essere toccato! O Signore, rendimi degna di vedere la profondità di questa altissima carità che comunicasti a noi nella santissima Incarnazione.
(B. Angela da Foligno, Il libro della B. Angela III, p 243‑4)
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• Signore, come lodare, come ringraziare abbastanza il tuo amore? Tu mi hai amato tanto, che per amor mio ti sei fatto nel tempo, tu che hai fatto i tempi; e nel mondo eri minore di età a molti tuoi servi, tu che sei più antico del mondo; e ti sei umanato, tu che hai fatto l’uomo; sei stato creatura di madre da te creata, e sei stato portato fra mani da te formate, e hai succhiato a un petto da te colmo, e hai vagito quale infante nella mangiatoia, tu che sei il Verbo, senza del quale è muta l’umana eloquenza.
(S. Agostino, Sermo 188, 2).
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da “Intimità divina”
Roma 1992