3ª settim. Avvento – Mercoledì – La Vergine dell’incarnazione
O chiave di Davide, che apri la porta del Regno eterno, vieni e strappa dal carcere il prigioniero che giace nelle tenebre (Lez).
• O Maria, Maria, tempio della Trinità. O Maria, portatrice del fuoco, Maria porgitrice di misericordia… Maria ricompratrice del genere umano, perché sostenendo la carne tua nel Verbo, fu ricomprato il mondo. Cristo lo ricomprò con la sua passione; e tu col tuo dolore del corpo e della mente.
O Maria, mare pacifico, Maria donatrice di pace, Maria terra fruttifera. Tu, Maria, sei quella pianta novella, dalla quale abbiamo il fiore profumato del Verbo Unigenito Figliolo di Dio, perché in te, terra fruttifera, fu seminato questo Verbo. Tu sei la terra e la pianta. O Maria, carro di fuoco, tu portasti il fuoco nascosto e velato sotto la cenere della tua umiltà.
(S. Caterina da Siena, Preghiere ed Elevazioni p 116‑7).
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• O Maria, dopo Gesù, e indubbiamente con la distanza che corre dall’infinito al finito, anche tu sei la grande lode di gloria della SS.ma Trinità…
Tu fosti sempre pura, immacolata, irreprensibile agli occhi del Padre tre volte santo. La tua anima è così semplice e i moti del tuo spirito così profondi, che non si possono avvertire.
Tutta la tua vita si può riassumere in queste poche parole: « la Vergine conservava queste cose nel suo cuore».
Tu sei vissuta nel tuo cuore, a tale profondità che lo sguardo umano non può seguirti.
Quando leggo nel Vangelo che « hai percorso in tutta fretta le montagne della Giudea » per compiere il tuo ufficio di carità presso la cugina Elisabetta, ti vedo passare così bella, così calma e maestosa, tutta raccolta dentro di te col Verbo di Dio!
Anche la tua preghiera, come quella di lui, fu sempre: « Ecce! Eccomi » Chi? « L’ancella del Signore », l’ultima delle sue creature; tu, sua Madre!
Tu fosti così vera nella tua umiltà, perché sempre dimentica, ignara, libera di te stessa. Per questo potevi cantare: « L’ Onnipotente ha fatto in me grandi cose. Tutte le generazioni mi chiameranno beata ».
(Elisabetta della Trinità, 2 Ritiro 15).
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da “Intimità divina”
Roma 1992