Pregare sempre 338_14

PreghieraContinua12a

1ª settim. Avvento – Giovedì – La casa sulla roccia
O Signore, fammi conoscere le tue vie, insegnami i tuoi sentieri (Sal 25,4).

• O mio Dio, istruiscimi non soltanto su ciò che tu vuoi, ma anche su ciò che tu sei, perché più ti conoscerò più ti amerò, ed amarti è il mio primo dovere, la cosa che soprattutto vuoi da me, ed è anche il mio più grande bisogno… E insieme alla luce dammi la forza per seguirla, o mio Dio; non basta amarti e conoscere la tua volontà, bisogna avere il coraggio di servirti, il coraggio di fare ciò che tu vuoi…

Guariscimi, Signore, io sono cieco, non vedo la tua volontà, ignoro in mille cose ciò che tu vuoi da me, non vedo la tua bellezza e non vedendoti non ti amo abbastanza… Illumina i miei occhi, o mio Dio, guarisci la mia cecità, fammi vedere la tua volontà e vedere la tua bellezza… Io sono anche zoppo, o mio Dio: guarisci i miei piedi deboli: non ho nessuna forza per venire a te quando tu mi chiami, per camminare nelle tue vie, nessuna forza per mettere in pratica ciò che mi fai vedere, nessuna forza per fare la tua volontà quando me l’hai mostrata: trascino la gamba e zoppico miseramente nel seguirti. Oh! mio Dio, guariscimi da questo zoppicare; fa’ che corra dietro a te, seguendo l’odore dei tuoi profumi, anziché trascinarmi zoppicando al tuo seguito…

Rendimi saldo, dammi la forza di portare la mia croce e di seguirti; la forza di fare tutto ciò che vuoi da me… o mio Dio! E poi, fa’ che ti adori con tutte le forze dell’anima, che ti lodi dal fondo del cuore… fa’ ch’io mi consumi, m’inabissi, mi smarrisca nella tua adorazione, mio beneamato Gesù! La luce per vedere la tua volontà, la forza per compierla, l’amore per perdersi nella tua adorazione, ecco le grazie che spandi a piene mani intorno a te… Oh!, mio Dio, concedimi di partecipare abbondantemente a tutte e tre; tu lo sai quanto ne ha bisogno questo povero essere così cieco, così zoppo, così freddo che sta ai tuoi piedi.
(C. De Foucauld, Sulle feste dell’anno, Op. sp. p 298‑9).

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da “Intimità divina”
Roma 1992

Eterno Dio, io ti ho disonorato, posponendo tante volte la tua volontà alla mia e la tua santa grazia alle mie vili e misere soddisfazioni. Quale speranza di perdono vi sarebbe per me, se tu non mi avessi dato Gesù Cristo, che è la speranza di noi peccatori? (S.Alfonso).