30ª settim. Tempo Ord. – Domenica -Il fariseo e il pubblicano
O Signore, tu sei vicino a chi ha il cuore compunto, salvi chi ha lo spirito contrito (Sl 34, 19).
• Non ti allontanare, Signore; stammi vicino.
A chi stai vicino, Signore? A coloro che hanno il cuore contrito. Stai lontano dai superbi, vicino agli umili. Ma non credano i superbi di potersi nascondere ai tuoi occhi; da lontano riconosci chi si insuperbisce.
Riconoscevi da lontano il fariseo che si vantava, e da vicino soccorrevi il pubblicano che si confessava peccatore. Quello vantava i suoi meriti e nascondeva le sue ferite; questi non vantava i meriti e mostrava le ferite. Era venuto dal medico, sapeva di essere ammalato, sapeva che doveva essere guarito; non osava levare gli occhi al cielo, si percuoteva il petto, non perdonava a se stesso per essere da te perdonato; riconosceva le sue colpe perché gli fossero rimesse; si puniva perché tu lo liberassi…
O Signore, lungi da me il credermi giusto… A me spetta gridare, a me conviene gemere, confessare, non esaltarmi, non vantarmi, non gloriarmi dei miei meriti, perché anche se ho qualcosa di cui essere lieto, che cosa ho che non abbia ricevuto? (In Ps 39, 20).
Insegnami ad aprirti la via mediante la confessione dei peccati perché tu possa venire a me… Allora tu verrai e mi farai visita… Troverai infatti dove poggiare i piedi per venire da me; mentre prima, quando ancora non confessavo il mio peccato, ti sbarravo la strada e tu, o mio Dio, non avevi dove passare per venire da me. Io dunque confesserò la mia vita e ti aprirò la via, e tu, o Cristo, verrai a me e porrai nella via i tuoi passi, per modellarmi sulle tue impronte (In Ps 84, 16).
S. Agostino
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da “Intimità divina”
Roma 1992
