29ª settim. Tempo Ord. – Giovedì – Olocausto vivo e santo
Signore, che io possa completare nella mia carne i tuoi patimenti a favore del tuo corpo che è la Chiesa (‘Cl 1, 24)
• Signore, credere che tu ammetta alla tua intimità anime amanti del piacere e non dei patimenti, è follia pensarlo; sono anzi persuasa che tu mandi ai contemplativi croci più pesanti che agli altri… Se sono deboli, la prima grazia che tu fai loro è quella di renderli intrepidi e dare ad essi animo per qualsiasi sofferenza…
Il loro ufficio è di patire con te, Gesù, portare alta la croce, non lasciarsela sfuggire di mano, nonostante i pericoli in cui si trovano, e non mostrare mai nel patire la minima debolezza. È solo per questo che tu li scegli a così alto incarico.
S. Teresa di Gesù, Cammino 18, 2.5
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• O come trasale divinamente di gioia il mio cuore pensando che tu, amato Maestro, ti sei degnato di scegliermi per associarmi alla grande opera della Redenzione e per patire in me un prolungamento della tua Passione. La sposa appartiene allo sposo; tu mi hai presa. Vuoi che sia per te una « umanità aggiunta » nella quale tu possa ancora soffrire per la gloria del Padre, per correre incontro ai bisogni della tua Chiesa (cf Lettere 261).
• Maestro santo, fa’ che a tua imitazione, il beneplacito divino sia il mio nutrimento, il mio pane quotidiano; fa’ che a tua immagine, o Cristo adorato, mi lasci immolare da tutte le volontà del Padre…
Se talvolta queste volontà sono più crocifiggenti, posso dire senza dubbio con te: « Padre, se è possibile, questo calice s’allontani da me », ma subito aggiungerò: « non come voglio io ma come vuoi tu » . Con calma e forza, insieme con te, divino Crocifisso, salirò anch’io il calvario cantando nel profondo della mia anima e facendo salire verso il Padre un inno di ringraziamento, perché quelli che camminano per questa via dolorosa sono proprio coloro che egli « ha conosciuto e predestinato per essere conformi all’immagine del Figlio suo divino », crocifisso per amore (1 Ritiro 3, 1 ; 8, 2).
Elisabetta della Trinità
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da “Intimità divina”
Roma 1992