Pregare sempre 285

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27ª settim. Tempo Ord. – Sabato – Beati i perseguitati
Signore, che io sappia rallegrarmi di aver parte alle tue sofferenze, affinché possa esultare di gioia nella tua gloria (1 Pt 4, 13 ).

• O Gesù, non ti è bastato fare di tutte le fonti di pene, fonti di gioia celeste, di gioia eterna; ne hai fatto gioie, dolcezze, delizie anche per questa vita, abbracciandole tu stesso. Tu hai abbracciato povertà, fame, lacrime, persecuzione, tutto in una misura inaudita; cosicché, dopo di te, chiunque piange, è povero, ha fame, è perseguitato, ti assomiglia, ti imita.
E che cosa mai c’è di più dolce della rassomiglianza con chi si ama? Qual bisogno mai, per il cuore, è più imperioso di quello di imitare l’essere amato? Qualsiasi povertà, fame, lacrime, persecuzione è dunque diventata una cosa soave, un bene prezioso e prediletto per colui che ti ama, perché questi sono altrettanti elementi di rassomiglianza con te, altrettanti punti di unione con te, o Gesù…
Quanto sei buono, o Medico divino, che hai trasformato, sino alla fine del mondo, i nostri mali in gioie e in sorgenti di vita eterna!
(C. De Foucauld, Meditazioni sul Vangelo, Op. sp. p 222‑3)

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• O altissimo Signore, eccomi pronto ad ogni pena, conoscendo che le tue croci nascono da tenerissimo amore e che solo è beato chi è da te crocifisso…
Non si lamentino più gli uomìni tiepidi dicendo che tu tratti male i tuoi amici, ma aprano con me gli occhi per conoscere la tua infinita benignità con la quale tu guidi per via di molto patire i tuoi cari amici, e intendano una volta quanto sia degno di commiserazione chi non è da te afflitto in questa vita temporale…
O pietosissimo Gesù mio, io non ardisco chiederti né croci né afflizioni,… ma aiutato dalla tua forte ispirazione, con vivo desiderio dal fondo del mio cuore mi rimetto e mi abbandono a te…
Se ti parrà bene, o altissimo Signore, che io sia molto travagliato da tutti gli uomini…, con il tuo aiuto sopporterò ogni pena a lode del tuo santo nome, purché io patisca innocente; qualora poi fossi colpevole, sopporterò i tormenti a gloria e lode della tua santissima giustizia, il cui onore mi sarà sempre più caro del mio proprio…
E quando sarò nel fondo dei dolori griderò a te con il buon ladrone: « Io, Signore, molto giustamente patisco questi tormenti, ma tu non hai fatto nulla di male; Signore, ricordati di me nel tuo Regno ».
(B. Enrico Susone, Dialogo d’amore 17 .26, Vita ed op. p 159 .192‑3)

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da “Intimità divina”
Roma 1992

Fratelli carissimi, voi conoscete la gran tempesta che sta passando la Congregazione per causa delle accuse che han portate i contrari contra di noi presso la Maestà del re. Io non temo delle accuse, perché so che in ciò siamo innocenti. Stiamo uniti con Dio; non gli diamo disgusto, perché noi non abbiamo per noi altro che Dio (S. Alfonso).