27ª settim. TO. – Domenica – La vigna e i vignaioli
« O Dio, guarda dal cielo e vedi: abbi cura della tua vigna» (Sal 80, 15-16).
• Hai asportato una vite dall’ Egitto, o Signore; scacciasti i popoli per piantarla. Liberasti il terreno innanzi ad essa, che mise le sue radici sì da riempire la terra…
Dio degli eserciti, ritorna di grazia! Guarda dal cielo e vedi; abbi cura di questa vite. Proteggi ciò che ha piantato la tua destra e il rampollo che hai reso forte per te…
Noi non ci allontaneremo da te; facci vivere e noi invocheremo il tuo nome; Signore degli eserciti, ristoraci; fa’ risplendere il tuo volto e noi saremo salvi.
(Salmo 80, 9‑10.15‑16.19‑20)
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• Dio onnipotente ed eterno, che nella larghezza del tuo amore superi i nostri meriti e desideri, riversa su di noi la tua misericordia: perdona ciò che la coscienza teme, e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare.
(Messale Romano, Colletta)
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• O Dio eterno, se nel tempo che l’uomo era albero di morte tu lo restituisti in albero di vita, innestando te, vita, nell’uomo, benché molti per i loro difetti non producano altro che frutti di morte perché non innestano sé in te, vita eterna, così ora puoi provvedere alla salute di tutto il mondo il quale oggi vedo non innestarsi in te… Oh, vita eterna non conosciuta da noi, ignoranti creature; o miserabile, o cieca anima mia, dov’è il grido, dove sono le lacrime che tu devi spandere nel cospetto del Dio tuo che continuamente t’invita?… Io non produssi mai altro che frutto di morte, perché non mi sono innestata in te.
Quanto è il lume, quanta la dignità che riceve l’anima innestata in te! O smisurata larghezza! … E donde trai, o albero, questi frutti di vita, ché per te sei sterile e morto?
Dall’albero della vita; ché se tu non ti fossi innestato in esso, nessun frutto potresti produrre per tua virtù, perché tu sei nulla.
O verità eterna, amore inestimabile, tu producesti a noi frutti di fuoco, d’amore, di lume e obbedienza pronta, per la quale obbedienza corresti come innamorato all’obbrobriosa morte della croce, e ci desti questi frutti in virtù dell’innesto della tua Deità nell’umanità nostra e per l’innesto che tu facesti del corpo tuo nel legno della croce. Così, o Dio eterno, l’anima innestata in te, in verità, a nessun’altra cosa attende, se non all’onore tuo e salute delle anime: ella diventa fedele, prudente e paziente.
S. Caterina da Siena, Preghiere ed Elevazioni p 113‑5
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da “Intimità divina”
Roma 1992