26ª settim. Tempo Ord. – Venerdì – Beati i poveri
Signore, che io non accumuli tesori sulla terra, ma nel cielo (Mt 6, 19-20).
• O Signore, fa’ che io comprenda quale grande pace e sicurezza ha il cuore che non desidera cosa alcuna di questo mondo. Infatti se il mio cuore brama di ottenere i beni terreni, non può essere né tranquillo né sicuro, perché o cerca di avere quello che non ha o di non perdere quello che possiede, e mentre nell’avversità spera la prosperità, nella prosperità teme l’avversità; è sballottato qua e là dai flutti in continua alternativa.
Ma se tu, o Dio, concedi alla mia anima di attaccarsi saldamente al desiderio della patria celeste, resterà assai meno scossa dai turbamenti delle cose temporali.
Fa’ che di fronte a tutte le agitazioni esteriori essa si rifugi in questo suo desiderio come in un ritiro segretissimo, che vi si attacchi senza smuoversi, che trascenda tutte le cose mutevoli e nella tranquillità della sua pace si trovi nel mondo e fuori del mondo.
(S. Gregorio Magno, Moralia XXII, 35)
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• O Gesù, la tua prima compagna sulla terra fu una povertà volontaria, continua, perfetta, suprema… Tu hai voluto vivere ed essere povero di ogni cosa temporale… Delle cose di questo mondo non hai voluto ricevere che l’estrema indigenza, con penuria, fame e sete, freddo e calore, molta fatica, durezza e austerità… Hai voluto vivere povero di parenti e di amici e di ogni affetto temporale… Infine ti sei spogliato di te stesso; ti sei reso povero della tua potenza e sapienza, della tua gloria.
Dio increato e umanato, Dio incarnato e passionato, hai voluto mostrarti e vivere in questo mondo come uomo povero, senza potenza, finito e infimo, senza gloria, privo di ogni sapienza umana.
O spregiata povertà! O povertà bandita… in questo mondo, da gente di ogni stato! Dove trovare una creatura che possa gloriarsi di essere unita a così perfetta compagnia? Felice quella creatura che nella sua penitenza può esaltarsi in questa compagnia, dal momento che tu, o Cristo, hai voluto riceverla in te quale mezzo di insegnamento.
(B. Angela da Foligno, Il libro della B. Angela II, p 138‑40)
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da “Intimità divina”
Roma 1992