25ª settim. TO. – Domenica – Operai per la sua vigna
Signore, che io ti ricerchi mentre ti fai trovare, ti invochi mentre sei vicino (Is 55, 6).
• O Dio, che nell’amore verso di te e verso il prossimo hai posto il fondamento di tutta la legge, fa’ che osservando i tuoi comandamenti meritiamo di entrare nella vita eterna.
O Padre, giusto e grande nel dare all’ultimo operaio come al primo, le tue vie distano dalle nostre vie
quanto il cielo dalla terra; apri il nostro cuore all’intelligenza delle parole del tuo Figlio, perché comprendiamo l’impagabile onore di lavorare nella tua vigna fin dal mattino.
(dal Messale Romano).
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• Io non posso penetrare nei tuoi misteriosi decreti, o Signore. Tu sei morto per tutti, lo so… Quale sia il tuo eterno piano di provvidenza nei miei riguardi, non posso dirlo; eppure, basandomi sulle grazie di cui hai voluto favorirmi, posso sperare che il mio nome sia tra quelli da te scritti nel libro della vita. C’è però una cosa di cui, nel mio caso personale, so e sento di avere la certezza e a cui, nel caso degli altri, giungo per fede: se non raggiungerò la corona di gloria che tu hai posto a portata della mia mano, sarà unicamente per mia colpa.
Tu mi hai assediato con le tue grazie fin dalla giovinezza. Ti sei preoccupato di me come se io avessi per te una vera importanza, come se non fossi io a poter perdere il Paradiso, ma tu a perdere me. Mi hai condotto per un cammino cosparso di innumerevoli grazie. Mi hai condotto vicino a te nel modo più intimo, mi hai introdotto nella tua casa e nelle tue stanze e mi hai dato come cibo te stesso. Non è forse amore il tuo? amore reale, sincero, essenziale, efficace, illimitato? So che lo è, ne sono profondamente convinto. Tu non attendi che l’occasione di farmi dei doni, di riversare su di me le tue benedizioni. Tu attendi in ogni momento che io ti chieda la tua grazia.
(J. H. Newman, Maturità cristiana p 292‑3).
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da “Intimità divina”
Roma 1992