24ª settim. Tempo Ord. – Sabato – Lo Spirito Santo e la preghiera
Spirito Santo, insegnami a gridare con te: «Abba, Padre» (Gal 4, 6).
• O anima mia, non hai tu sentito qualche volta nel segreto della tua coscienza lo Spirito del Figlio che gridava: « Abba, Padre »? Puoi dunque presumere di essere amata con affetto paterno, tu che ti senti presa dallo stesso Spirito dal quale è preso il Figlio. Confida…, confida, senza esitare minimamente.
Nello Spirito del Figlio riconosci te stessa figlia del Padre, sposa e sorella del Figlio (In Cantica Cant. 8, 9 ).
O Spirito Santo, in te solo possiamo esclamare: Abba, Padre; in te che preghi per i santi con gemiti inenarrabili. E se preghi cosi nel nostro cuore, quale non sarà mai la tua preghiera nel cuore del Padre?…
Nel nostro cuore tu sei Avvocato nostro presso il Padre, nel cuore del Padre sei il Signore nostro. Mentre ci rendi capaci di chiedere ci suggerisci che cosa chiedere; e come ci sollevi al Padre con fiducia filiale cosi con la tua benigna misericordia inclini Dio verso di noi (1n festo Pentecostes 1, 4 ).
(S. Bernardo)
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• « Lo stesso Spirito intercede per noi con gemiti inesprimibili ».
Come puoi tu gemere, o Spirito d’amore, mentre godi piena ed eterna beatitudine insieme al Padre e al Figlio? Tu sei Dio, come è Dio il Figlio, come è Dio il Padre… Non gemi. dunque in te e presso di te, in quella Trinità, in quella beatitudine, in quella eterna essenza; ma è in noi che gemi, perché ci fai gemere…: è cosi che ci fai sentire pellegrini quaggiù e ci insegni a sospirare verso la patria; e questo desiderio ci fa gemere.
Chi si trova bene in questo mondo, o piuttosto crede di starvi bene, chi si diletta nei piaceri della carne, nell’abbondanza dei beni temporali e in una felicità illusoria, costui… non geme. Chi, invece, sente l’oppressione di questa vita mortale e sa di essere esule da te, o Signore, e di non possedere ancora quella perpetua beatitudine che ci è stata promessa, ma di possederla solo nella speranza, in attesa di averla nella realtà piena…: colui che sa tutto questo geme.
Fa’, o Signore, che io gema per questo motivo, allora il mio gemito è buono: è lo Spirito che mi ha insegnato a gemere. Che io non gema a causa dell’infelicità terrena, o perché bersagliato dalla sventura, o perché afflitto da malattie…
Fa’ che io gema del gemito della colomba, che io gema per amor tuo, che io gema nello Spirito.
(S. Agostino, In Io 6, 2)
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da “Intimità divina”
Roma 1992