24ª settim. Tempo Ord. – Mercoledì – Il servo fedele e prudente
Signore, che io sappia attenderti con la lampada accesa, pronto per aprirti appena giungi e bussi (Lc 12, 35).
• Signore, tu sei il mio padrone assoluto perché mi hai creato, perché mi conservi l’essere, perciò io sono il tuo servo. Fa’ dunque che la mia vita sia tutta consacrata a te, a compiere i tuoi voleri; del tutto e per sempre.
Allorché io non penso a te, quando attendo alle mie comodità, al mio amor proprio, alle mie lodi, io manco ad un mio gravissimo dovere, divento un servo disobbediente. E tu allora che farai di me? O Signore,… non mi scacciare dal tuo servizio come purtroppo meritai.
Servo di Dio! Qual titolo, qual mansione bellissima è mai questa! Non lo dicesti tu, o Signore, che il tuo giogo è soave e il tuo peso leggero? Non sta scritto forse nelle tue Scritture che il servire te è regnare? Non è forse il maggior onore per un uomo santo, il poter dire di lui che è servo di Dio?…
Servire te; e poi? il premio, la patria, il cielo, il bel paradiso… O Signore, io ti ringrazio di questo premio che tu mi hai preparato per quattro giorni di servizio; dell’onore altissimo al quale mi indirizzasti. Io sono un pellegrino sopra la terra, io guardo al cielo, mio fine, mia patria, mia abitazione.
(Giovanni XXIII, Il giornale dell’anima 1900, p 78‑9)
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• Signore Dio, Padre santo, sii ora e sempre benedetto… Che cos’ha il tuo servo che non abbia ricevuto da te e senza alcun merito? Tutte le cose che gli hai dato e gli hai fatto sono tuo dono…
Dammi grazia, Signore, di conoscere ciò che devo sapere, di amare ciò che devo amare, di lodare ciò che soprattutto ti piace, di stimare ciò che per te è prezioso, di biasimare quanto è spregevole ai tuoi occhi.
Non permettere che io giudichi delle cose come appaiono alla vista dell’uomo, né che prenda decisioni secondo ciò che sento dire da uomini come me ignoranti; ma fa’ che io giudichi secondo verità le cose sensibili e le cose spirituali, e soprattutto cerchi sempre di piacere alla tua santa volontà.
Spesso nel giudicare secondo i sensi l’uomo s’inganna, come s’inganna chi segue il mondo, amando soltanto le cose terrene. Ma è forse migliore l’uomo se è stimato grande da un altro uomo?… Ciascuno vale tanto quanto lo stimi tu, o Signore, e non di più.
(Imitazione di Cristo 111, 50, 1 . 7‑8)
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da “Intimità divina”
Roma 1992