24ª settim. Tempo Ord. – Lunedì – Non stolti, ma sapienti
Istruiscimi, Signore, e insegnami la via da percorrere; fissa il tuo occhio su di me (Salmo 32, 8).
• Concedimi, o Dio di misericordia, che tutto ciò che a te piace, io ardentemente lo desideri, prudentemente lo investighi, veramente lo conosca, e perfettamente lo compia ad onore e gloria del tuo nome.
Indicami, o mio Dio, il mio posto nel mondo, e fa’ che io sappia quello che tu vuoi che io faccia e che lo compia come si conviene ed è utile all’anima mia.
Signore Dio mio, concedimi di non venir mai meno, sia tra le prospere che tra le avverse vicende, sì che in quelle non mi inorgoglisca né in queste mi avvilisca. Di niente io goda o mi dolga, se non di ciò che a te mi avvicina o da te mi allontana. Non ad altri che a te solo io ambisca piacere o tema recar disgusto.
Che io disprezzi, o Signore, tutte le cose caduche, e mi siano care tutte le cose eterne.
Mi disgusti ogni piacere dove tu sei assente, e nulla desideri di ciò che è fuori di te. Mi conforti, o Signore, il lavoro intrapreso per te, e ogni riposo che tu non allieti mi sia noioso.
(S. Tommaso D’Aquino, Preghiere p35‑7)
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• O infinito bene, com’è possibile che tu non debba essere amato e conosciuto da chi è fatto capace di conoscerti e di goderti?…
O Signore, quanta amorosa cura hai, giorno e notte, di quest’uomo, il quale non conosce se stesso e meno te, o Signore, benché tu tanto l’ami e con tanta diligenza lo cerchi e con tanta pazienza l’aspetti e sopporti, e tutto ciò per amore…
Tu attiri a te gli uomini con amore e vuoi che essi ti acconsentano per amore. Tu operi in loro e per loro con il tuo amore, e vuoi che tutto l’uomo operi per amore, perché senz’amore non si fa cosa buona.
Tu operi solo per utilità dell’uomo, e vuoi che l’uomo operi solo per il tuo onore e non per utilità propria. Tu che sei Dio e Signore non hai guardato alla tua comodità, né dell’anima né del corpo, per salvare l’uomo, e così non vuoi che l’uomo guardi alla sua comodità dell’anima e del corpo, per fare la tua volontà, tanto più che la tua volontà è tutta nostra utilità.
(S. Caterina da Genova, Dialogo, Opere p 213‑4)
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da “Intimità divina”
Roma 1992