23ª settim. TO. -Venerdì – Semplici come fanciulli
Signore, la tua luce mi guidi e io detesti ogni sentiero di falsità (Sl 119, 128).
• O Signore, che io venga a te per la via retta della verità e della semplicità! Concedimi quell’intenzione retta, quello sguardo unico dell’anima che vuol piacere a te solo e non si preoccupa delle interpretazioni altrui sul proprio operato.
Trattando col prossimo, fa’ che segua sempre la via retta dell’amore di pura benevolenza, amando te nelle creature senza ricerca di soddisfazione naturale. Che i miei rapporti siano ispirati a sincerità, carità fraterna, santa libertà.
In mezzo alle vicende della vita, agli imprevisti, io sappia andare dritto dove mi chiama la tua volontà, senza soste, senza distrazioni. Insegnami a battere la via dell’amore che non conosce indugi, della semplicità che non conosce deviazioni, della verità che non conosce raggiri.
È questa la via che piace a te, o Gesù, che hai voluto chiamarti via rettissima: « Ego sum via rectissima ». È la via che conduce al Padre, poiché tu hai detto: « Nessuno va al Padre se non per me » . È la via per cui ci guida lo Spirito Santo che « conduce il giusto per vie rette ». Perciò, o Dio, ti chiedo con fervore e desiderio: « crea in me un cuore puro e rinnova in me il tuo Spirito ».
(Cf Sr. Carmela dello Spirito Santo, Scritti inediti).
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• Tu mi conosci interamente, Signore: il mio presente, il mio passato e il mio futuro sono, davanti a te, un’unica realtà. Anche quelle diafane ed evanescenti sfumature del mio pensiero che neppure io riesco ad afferrare, tu le conosci. Ogni atto, sia esso opera materiale o pensiero, tu puoi comprenderlo fin nella sua origine e seguirlo nell’intero suo sviluppo e nelle sue conseguenze. Tu sai qual è la fine che mi attende e sai anche l’ora in cui mi presenterò a te per essere giudicato…
Eppure, o Signore, non saprei rassegnarmi all’idea che tu non mi conosca. Sapere che tu leggi nel mio cuore è per me il massimo dei conforti.
Dammi in misura più abbondante la sincerità completa che io desidero.
Fa’ che io non debba mai temere il tuo sguardo, accorgendomi che non cerco onestamente di piacerti. Insegnami ad amarti di più: allora avrò finalmente la pace e il tuo giudizio non mi incuterà più alcun timore.
(J. H. Newman, Maturità cristiana p 286)
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da “Intimità divina”
Roma 1992