23ª settim. Tempo Ord. – Venerdì – Camminare nella verità
Signore, tu porgi l’orecchio alla preghiera delle labbra senza inganno (Sl 17, 1).
• Dio mio, tutto quello che non è ordinato alla tua gloria mi pare così pieno di vanità e di menzogna che non so come esprimermi, e grande è la mia compassione per coloro che vedo ignorare questa verità…
O divina Verità, ti rappresentasti a me in modo assai vivo!… Non vidi nulla, ma compresi quanto sia vantaggioso non far conto se non di ciò che maggiormente ci avvicina a te; compresi, in una parola, che cosa sia per un’anima camminare nella verità alla presenza della Verità eterna. E vidi, per tua grazia, che tu sei Verità…
O Verità che ti sei degnata di svelarti all’anima mia, tu sei la verità per essenza, senza principio e senza fine. Da te dipendono tutte le altre verità, come da te Amore tutti gli altri amori, a da te Grandezza tutte le altre grandezze… Come è grande, Signore, la potenza della tua maestà che in così breve tempo sai arricchire le anime di tesori inenarrabili, imprimendo in esse verità così sublimi!
(S. Teresa di Gesù, Vita 40,24).
__________________
• Ecco, davanti a me stanno l’equità e l’iniquità. Ho una sola lingua e la posso volgere dove voglio. Perché usarla per l’ingiustizia invece che per la giustizia?…
Liberami, Signore, dalla lingua ingannatrice. La lingua ingannatrice è dispensatrice di menzogna, e di essa si servono coloro che una cosa hanno nel cuore e un’altra manifestano con le parole… La radice rimane nascosta, si vedono i frutti. La nostra radice è la nostra carità, i nostri frutti sono le nostre opere. Fa’, o Signore, che le mie opere provengano dalla carità, e allora la mia radice sarà nella terra dei viventi (In Ps 51, 10‑12).
Insegnami a non dire la menzogna, a non spargere diffamazioni, a non lanciare calunnie, a non rendere false testimonianze… Che le mie labbra non parlino con inganno. Ciò che ho dentro il cuore voglio dirlo fuori; non voglio avere una cosa in cuore e un’altra sulla lingua. Che io fugga il male e operi il bene… così facendo, potrò aspettare con tranquillità vita e giorni buoni (Sr 108, 7).
(S. Agostino).
_______________
da “Intimità divina”
Roma 1992