23ª settim. Tempo Ord. – Giovedì – La via della giustizia
Tu, Signore, brami farci grazia, hai pietà di noi perché sei un Dio giusto (Is 30, 18).
• O Dio, tu mi hai istruito fin dalla mia giovinezza. Che cosa mi hai insegnato?
Che devo ricordarmi dell’unica giustizia, la tua.
Considerando infatti la mia vita passata, vedo che cosa mi era dovuto e che cosa ho invece ricevuto al posto di ciò ‘che mi si doveva. Mi era dovuta la condanna, mi è stata data la grazia.
Mi era dovuto l’inferno, mi è stata data la vita eterna… Dall’inizio stesso della mia fede con la quale mi hai rinnovato, mi hai insegnato che nessun mio merito l’ha preceduta, per cui io potessi dire che miera dovuto quanto mi hai dato…
Da quando mi sono convertito a te e sono stato rinnovato da te che mi avevi. dato l’essere, ricreato da te che mi avevi creato, riplasmato da te che mi avevi plasmato; da quando mi sono convertito ho appreso che nessun mio merito ha preceduto la tua azione, ma la tua grazia è venuta a me gratuitamente, in modo che mi ricordi solo della tua giustizia.
(S. Agostino, In Ps 70,11, 2).
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• O Cristo Gesù, riempi col tuo amore l’anima mia delle virtù e liberala da ogni impazienza e ingiustizia e vanità e miseria del mondo; allontana il ricordo delle ingiurie ricevute, e solo rimanga il ricordo dei tuoi benefici e della tua bontà, con vera e perfetta umiltà; e con pazienza a sostenere ogni pena per te, Gesù dolce, con una giustizia santa che giustamente renda il debito suo a ognuno.
Fa’ che giustamente renda la gloria e l’onore a te, riconoscendo da te e per te ogni grazia; e a me renda quello che è mio, cioè il peccato e la miseria, con vera considerazione e dispiacimento del peccato.
L’altra giustizia che tu mi comandi è verso le creature; Cristo Gesù, fa’ che io non compia ingiustizia, ma con giustizia giustamente ad ognuno renda il debito suo, così al grande come al piccolo. E che nessun rispetto né timore di creatura mi trattenga da questo.
(Cf S. Caterina da Siena, Epistolario 133, v 2, p 304‑5)
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da “Intimità divina”
Roma 1992