21ª settim. TO. – Venerdì – Chiedete e vi sarà dato
Signore, insegnaci a pregare (Lc 11, 1).
• Signor mio, come ardire di domandarti nuove grazie dopo averti servito così male e dopo aver custodito i tuoi doni con tanta negligenza? Come fidarsi di un’anima che tante volte ti ha tradito?
Che farò io dunque, o consolazione dei desolati e rimedio di chi ti chiama in suo aiuto? Dovrò forse nascondere i miei bisogni, aspettando in silenzio che tu me ne apporti il rimedio?
No, davvero, Signore, perché tu, o mia delizia, sapendo che i nostri bisogni sono molti e che nel palesarteli proviamo sollievo, ci incoraggi a domandare, promettendoci di non lasciare di esaudirci.
(S. Teresa di Gesù, Esclamazioni 5, 1)
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• Signore, tutto quello che ti chiedo, purché te lo chieda con fede, con fiducia di riceverlo, tu me lo darai, a condizione tuttavia che non ti domandi una cosa che mi sia nociva…
Tu sei padre, un padre onnipotente e saggio, come sei infinitamente buono e tenero. Tu parli a questo tuo figlio, così piccolo, che balbetta appena e che cammina soltanto se è sorretto dalla tua mano, e gli dici: tutto quello che mi chiederai, io te lo darò, purché me lo chieda con fiducia. E poi glielo dai, con grande facilità… quando le sue richieste sono ragionevoli, soprattutto quando corrispondono ai tuoi desideri, ai sentimenti che vuoi vedere in lui, quando sono conformi a quello che tu stesso desideri…
Se ti chiede trastulli che possono far male… glieli rifiuti per bontà verso di lui, ma lo consoli dandogli altre dolcezze senza pericolo;… e lo prendi per la mano per condurlo non dove ha voglia di andare, ma dove è meglio che vada.
(C. De Foucauld, La preghiera del povero p 129)
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da “Intimità divina”
Roma 1992