21ª settim. Tempo Ord. – Martedì – Padre!
Signore, ogni mattina mi risvegli l’orecchio perché, ti ascolti e ti serva con amore (Is 50, 4).
• Padre, è a te che mi rivolgo… con una confidenza tranquilla e mansueta. Tuo figlio mi ha insegnato che tu sei mio padre, che non bisogna chiamarti con un altro nome. Tu non sei che padre. Padre, vengo con tutta semplicità a dirti che sono tuo figlio e te lo dico con estrema serietà…
Padre, fa’ di me ciò che tu vuoi, eccomi pronto a fare la tua volontà. La tua volontà, lo so, è che io diventi simile al tuo Unigenito, il Fratello maggiore che mi ha insegnato il tuo nome, e che cammini sullo stesso cammino; questo lo so, e con quale amore l’accetto!
O Padre, non ho forza sufficiente, ma l’accetto! Eccomi: lavora in me, taglia e togli, sollevami o lasciami tutto solo, non ti farò mai l’ingiuria di aver paura o di credere che tu mi dimentichi; e se trovo molto pesante la mia croce, potrò per lo meno ripeterti incessantemente che io credo al tuo amore e che accetto la tua volontà.
Ma io voglio bere allo stesso calice di tuo figlio; o Padre, non rifiutarmelo… Tu non me lo rifiuterai, perché io so che questa è la tua volontà…
Signore Dio, ecco la mia vita perché tu ne faccia quel che vorrai, perché tu ne faccia la vita di Gesù Cristo. Ma non potrai impedire che, ovunque tu mi voglia inviare, contento o desolato, malato o sano, soddisfatto o umiliato, lo spirito in me non gridi verso di te in modo veemente, facendo appello al tuo amore imperiosamente, per gli uomini miei fratelli i quali non sanno che tu sei padre.
O Padre, ecco la mia vita, però donami i miei fratelli perché io te li possa rendere!
(P. Lyonnet, Scritti spirituali p 164‑5)
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• Padre, mi abbandono a te, fa’ di me ciò che ti piacerà. Qualsiasi cosa tu faccia di me, ti ringrazio… Sono pronto a tutto, accetto tutto, ti ringrazio di tutto, purché la tua volontà si compia in me… si compia in tutte le tue creature, in tutti i tuoi figli, in tutti coloro che il tuo cuore ama. Non desidero niente altro, mio Dio.
Rimetto l’anima mia nelle tue mani, te la dono, mio Dio, con tutto l’amore del mio cuore perché ti amo. Ed è per me un’esigenza di amore il donarmi; l’affidarmi alle tue mani senza misura… con infinita fiducia, perché tu sei mio Padre.
(C. De Foucauld, La pregbiera del povero p 82)
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da “Intimità divina”
Roma 1992