20ª settim. TO. – Sabato – Da questo vi riconosceranno
Che io viva nella carità a quel modo che Cristo ha amato me e ha dato se stesso per me (Et 5, 2).
• O Signore, il segno più sicuro per conoscere se pratico i due precetti della carità è vedere con quale perfezione osservo quello che riguarda il prossimo… Tu ci ami tanto, Signore, che in ricompensa dell’amore che avremo per il prossimo, farai crescere in noi, per via di mille espedienti, anche quello che nutriamo per te.
Concedimi, Signore, l’amore del prossimo in tutta la sua perfezione…
Se da parte mia mi sforzerò e farò il ,possibile per procurarmelo, se costringerò la mia volontà ad accondiscendere in tutto .a quella delle sorelle anche a scapito dei miei diritti; se, nonostante tutte le ripugnanze della natura, dimenticherò i miei interessi per non attendere che ai loro e, presentandosene l’occasione, prenderò su di me ogni fatica per ésentarne le altre, tu mi darai più di quanto sappia desiderare.
Ma non devo credere che questo non mi debba costare e che abbia già fatto ogni cosa. Del resto, quanto non è costato a te, o Signore, l’amore che hai nutrito per noi! Per liberarci dalla morte hai subìto la morte più crudele, quella della croce.
(S. Teresa di Gesù, Mansioni V, 3, 8.12)
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• Quanto è dolce! Ad ogni passo, Signore, io ti incontro. In virtù di questa meraviglia della nostra divina incorporazione alla tua sacra persona, non posso fare un movimento senza essere alla tua presenza.
Rivolgo gli occhi verso di me, tu ci sei; guardo il prossimo, tu ci sei. Dovunque, se voglio vedere, sono circondato da tabernacoli viventi! …
Ciascuno di noi è collegato ‑ di fatto o almeno in potenza ‑ a te, o Cristo Gesù, e per mezzo tuo partecipa alla vita di Dio.
Poiché viviamo tutti o dobbiamo vivere di una medesima vita divina in te, una dolcissima carità deve regnare tra di noi.
Che meraviglia allora che tu, o Signore, abbia dato per distintivo specifico di una vita veramente cristiana, per contrassegno dei tuoi fedeli, questo: « Amatevi gli uni gli altri » ? A tal segno si riconoscerà che siamo tuoi discepoli.
(R. Plus, Gesù Cristo nei nostri fratelli p 65‑6)
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da “Intimità divina”
Roma 1992