Pregare sempre 228

19ª settim. Tempo Ord. – Venerdì – La carità non è egoista
Signore, che io non cerchi l’utile mio, ma quello degli altri (1 Cor 10, 33).

• O Dio, la tua bontà e la tua eterna volontà non cerca né vuole altro che la nostra santificazione, e permette che il demonio ci faccia tribolare e perseguitare dagli uomini solo perché in noi si provi la virtù dell’amore e della vera sapienza, e perché l’amore imperfetto venga a perfezione.
Insegnaci, o Dio, ad amare te per te stesso, in quanto tu sei somma ed eterna bontà e degno di essere amato, e il prossimo per te e non per propria utilità, né per diletto, né per piacere che si trovi in lui, ma in quanto è creatura amata e creata da te, somma eterna bontà, e servire lui e sovvenirlo di quello che a te non può servire. Onde, poiché a te non possiamo fare utilità, insegnaci a farla al prossimo nostro.
Dacci la perfezione dell’amore. E quando l’amore è così perfetto, non lascia di amare né di servire, né per ingiuria né per dispiacere che gli sia fatto, né perché non trovi diletto e piacere nel prossimo, poiché attende solo di piacere a te.
(Cf S. Caterina da Siena, Epistolario 151, v 2, p 373)

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• Come tu, Signore, ci hai sempre preferito a te stesso, e lo fai ancora ogni volta che ti dai a noi nel santo Sacramento facendoti nostro cibo, così vuoi che noi abbiamo gli uni per gli altri un amore tanto grande che preferiamo sempre il prossimo a noi stessi.
E come tu hai fatto tutto quello che potevi per noi, eccetto il peccato ‑ poiché non lo dovevi né potevi fare ‑ così vuoi che noi facciamo tutto quello che possiamo gli uni per gli altri, eccetto il peccato.
Fa’ dunque, o Signore, che esclusa ogni tua offesa, il mio amore fraterno sia così fermo, cordiale e solido che non tralasci mai di fare o di soffrire qualsiasi cosa per il prossimo.
Insegnami a testimoniare il mio amore con i fatti, procurando al prossimo tutto quel bene che posso, pregando per lui e servendolo in ogni occasione.
Rendimi pronto a spendere la vita per i fratelli, a impegnarmi per loro senza alcuna riserva. Non solo, ma a lasciarmi impegnare secondo il volere degli altri, per amore, poiché questo ci hai insegnato tu, benignissimo Salvatore, morendo sulla croce.
(cf S. Francesco di Sales, Trattenimenti 4, 2 . 9)

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da “Intimità divina”
Roma 1992

Il cibo dei missionari sarà la gloria di Dio e la salute delle anime. Essi non fuggiranno le avversità, non temeranno i pericoli, né faranno alcun conto delle angustie, della fame, della sete, del freddo, dei dolori, né di qualunque altra pena o fatica; anzi la stessa morte si dovrà da essi stimare per niente, purché salvino un'anima e la ritraggono dal peccato.(S.Alfonso, Regola).