19ª settim. TO. – Mercoledì – La carità non si vanta
Insegnami, Signore, a cercare non ciò che gonfia, ma la carità che edifica (1 Cr 8, 2).
• « Se la coscienza non ci rimorde, noi abbiamo piena fiducia in Dio »… Fa’, o Signore, che la coscienza mi risponda in tutta verità che io amo i fratelli, che in me c’è l’amore fraterno, non finto ma sincero, quello che ricerca il bene del fratello, senza aspettare da lui nessuna ricompensa ma solo la sua salvezza.
« Noi abbiamo piena fiducia in Dio; qualunque cosa domanderemo l’avremo da lui, perché ne osserviamo i comandamenti ». O Signore, fa’ che io faccia questo non davanti agli uomini, ma là dove tu mi vedi cioè nel cuore… Quali sono i . tuoi comandamenti?… « Vi do un comandamento nuovo, che vi amiate l’un l’altro ». È proprio la carità il comandamento di cui parli e che tanto ci raccomandi. Dammi, o Signore, la carità fraterna e ciò davanti a te, là dove tu vedi; fa’ che interrogando il mio cuore con retto giudizio mi senta rispondere che la radice della carità fraterna, da cui nascono frutti di bontà, è in me; allora avrò fiducia in te e tu mi accorderai tutto ciò che ti domanderò, perché osservo i tuoi comandamenti.
(S. Agostino, 1 n 1 Io 6, 4).
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• O Dio, Creatore nostro, tu disponi le cose in modo che chi potrebbe insuperbire del dono che ha, si umilii per quello che non ha; mentre sollevi uno concedendogli una grazia, lo sottometti ad un altro in cosa diversa… Tu disponi le cose in modo tale che ognuna sia di tutti, e per esigenza di carità, tutte siano di ognuno, e ciascuno possieda in un altro ciò che non ha ricevuto direttamente, ed egli umilmente dia in possesso agli altri quello che ha ricevuto da te.
O Signore, fa’ che amministriamo bene la tua grazia multiforme, cioè che siamo convinti che i doni dati a noi sono degli altri, perché ci sono dati a vantaggio loro… Fa’ che ci serviamo a vicenda per mezzo della carità. Infatti la carità ci libera dal giogo della colpa quando vicendevolmente ci sottomette a servirci per amore, e così riteniamo che i doni altrui siano anche nostri e agli altri offriamo i nostri come se fossero cosa loro.
(S. Gregorio Magno, Moralia XXVIII, 22).
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da “Intimità divina”
Roma 1992